Novella Benini: «Prandelli ha fatto bene all'immagine dell'Italia» - Calcio News 24
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2014

Novella Benini: «Prandelli ha fatto bene all’immagine dell’Italia»

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Parla la compagna del commissario tecnico della Nazionale

PRANDELLI ITALIA MONDIALE – Sull’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport troviamo un’intervista a Novella Benini, compagna del commissario tecnico della Nazionale italiana Cesare Prandelli. Ecco i passi salienti:

In che modo la lettura la lega a Prandelli? «Le dico solo che ho un’amica molto cara che è appassionata di libri come me, ebbene, è stata proprio lei a presentarmi Cesare. Bello, no?».

Che cosa c’è in comune tra la passione per quel volume di Moehringer che le spunta dalla borsa, e il calcio con cui deve convivere? «Più di quanto creda. Cesare ama leggere, soprattutto le biografie o i saggi, ma non solo. Ad esempio “Stoner” di Williams me l’ha consigliato lui». (…)

Le piacerebbe essere definita la first lady del calcio italiano? «Be’, alla mia età dire girlfriend saprebbe un po’ di zitella, ma non mi sento proprio una first lady». Magari se l’Italia vincesse il Mondiale vi potreste sposare. «No, stiamo bene così. Abbiamo una bella famiglia allargata con le mie sorelle Olimpia e Viola, figli, ex mariti e nipoti. Piuttosto ho fatto tutti i tipi di voti per un buon risultato. Sarei disposta persino a tagliarmi i capelli, ma altre cose non le dico per scaramanzia ».

Contenta che Prandelli sia stato confermato c.t.? «Uno come Cesare ha fatto bene all’immagine dell’Italia. E all’estero credo sia più stimato che da noi». (…)

REGALI – Facciamo un gioco: se il Mondiale fosse un giallo, a chi lo farebbe scrivere? «A Marco Malvaldi. Mi piace da morire. Ha un umorismo da toscano di mare che secondo me assomiglia allo spirito yiddish. E glielo dico io che, pur essendo vissuto sempre a Firenze, sono nata a Livorno. Pur essendo agnostica, col passare degli anni, sono rimasta affascinata dalla cultura e dalla letteratura ebraica. Anche questo forse, per via delle radici ebraiche di mio nonno Piero. Con Cesare, ad esempio, abbiamo fatto un bellissimo viaggio a Gerusalemme e non le nascondo che, visitando il Museo dell’Olocausto, ci siamo commossi tutti e due».  (…)

Torniamo al gioco: a Prandelli che cosa regalerebbe in chiave Mondiale? «“Il tormento e l’estasi” di Irving. E credo che non ci sia molto da spiegare».

E al presidente Abete? «Qualcosa di Platone, lui è molto filosofico». Invece a Buffon? «Forse “I Buddenbrook” di Thomas Mann. Perché tra ascese e cadute c’è la vita intera».

A Balotelli? «Direi “Il furore” di Steinbeck, perché l’ingiustizia e la rabbia sono sempre stati problemi per tutti».

E a Genny ‘a Carogna? «Un bel manuale di educazione civica, ovvio».

Al suo amico Matteo Renzi? «Due cose: “Il club degli inguaribili ottimisti” di Guenassia, e “Memorie di Adriano” della Yourcenar solo per la frase: “Mi sentivo responsabile per la bellezza del mondo”. Anche io mi ci sento. Per questo faccio parte del board dell’associazione: “Gli angeli del bello”, che cercano di curare le bellezze nelle città ».

Un’ultima domanda: all’arbitro che avrà l’onere di dirigere la finale che cosa consiglierebbe? «Facile: la Bibbia. E vai con le preghiere».