2014
Il Mondiale di Ronaldo: da divo ad uno qualunque?
Viaggio tra le stelle di Brasile 2014: è il turno di Cristiano Ronaldo
MONDIALI BRASILE 2014 RONALDO PORTOGALLO – Pallone d’oro in carica, capocannoniere della Champions League vinta con il suo Real Madrid dove ha segnato ben 17 reti. Sì, il bottino che a tanti basta in campionato per definire una stagione esaltante lui lo realizza in Champions League. In una competizione dove al massimo puoi disputare tredici partite: un alieno.
IL CICLONE RONALDO – Se Messi è proteso verso la sfida tutta personale con il mostro sacro Maradona, un parallelo epico tra passato e presente, Ronaldo ha già superato l’argentino: la Pulce vuole definitivamente affermarsi come calciatore più forte della storia ma nell’attuale contingenza storica si ritrova il portoghese avanti. Oramai riconosciuto dall’opinione pubblica come interprete più influente del calcio mondiale: dunque una sfida con il passato ma anche con il presente. La vittoria del secondo Pallone d’oro – dopo il primo conquistato nel 2008 con il Manchester United – lo ha riportato al massimo del suo splendore calcistico ed il tutto è coinciso con l’evidente flessione subita da Messi nell’ultima annata in termini di incidenza.
IL RAPPORTO CON LA NAZIONALE – A livello di compagine nazionale Ronaldo sembra rientrare nella schiera di quei calciatori poco fortunati: fenomeni sul campo che però difficilmente possono ambire alla gloria con la maglia del proprio Paese perché parte di una realtà non competitiva. Eppure il Portogallo nella sua era – dal 2004 ad oggi – ha sfiorato il titolo europeo tra le mura casalinghe proprio nel 2004, con un Cristiano in versione giovane promessa, per poi centrare due semifinali, al Mondiale tedesco nel 2006 e ad Euro 2012. Insomma non un curriculum da mera outsider (per una realtà che ha partecipato al Mondiale in sole cinque occasioni) quanto invece un cammino di una nazionale che si professa in crescita e che fa rispondere al campo sugli interrogativi puntualmente posti in prossimità delle competizioni internazionali.
LA PERFEZIONE CHE NON ATTRAE – Un po’ per il Portogallo che non è Brasile o Argentina ma neanche Spagna o Germania, un po’ perché lui ci mette del suo, Cristiano Ronaldo non sembra essere il prototipo di star da Mondiale: sotto tale angolo di osservazione – nel calcio Mondiale e poesia vanno a braccetto – ad esempio attirano più le vicende di un Neymar che nulla ha fatto a suo confronto rispetto al background che il portoghese porterà con sé in terra brasiliana. Lì dove rischia di rientrare nel pentolone dei qualunque. Messi ha dalla sua l’eterno parallelo con Maradona, Neymar le responsabilità di un Brasile inattaccabile ma mai così poco talentuoso e per i due astri del Barcellona è impossibile pronosticare un cammino: per Ronaldo ed il suo Portogallo sembra chiaro invece che ad un certo punto arriverà l’eliminazione. Prima o poi poco importa. A meno che non accada l’impensabile: il miglior giocatore al mondo che si carica i suoi sulle spalle fino ad eclissare la stella di Eusebio, terzo ad Inghilterra ’66. Una storia può costruirsela anche lui: magari oggi vende meno copie ma al sole del Brasile chissà… Il divo per eccellenza lotta per non ritrovarsi – per un solo mese, s’intende – innocuo antidivo.