Verso Brasile 2014, Bosnia: la prima cosa bella - Calcio News 24
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2014

Verso Brasile 2014, Bosnia: la prima cosa bella

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Prima partecipazione della Bosnia-Erzegovina in una rassegna mondiale: scopriamo la squadra di Susic

MADRE PATRIA – L’ex Jugoslavia è da sempre foriera di prodigi calcistici, ma fino ad oggi eravamo abituati a vedere al Mondiale solamente la Serbia o la Croazia, e sporadicamente la Slovenia. Adesso la musica è cambiata grazie alla Bosnia-Erzegovina, arrivata alla prima qualificazione in Coppa del Mondo. Il ct Safet Susic ha a disposizione una rosa giovane con soli quattro giocatori che superano i trent’anni, uno dei quali è il terzo portiere. Il calcio bosniaco è in ascesa, anche per via della globalizzazione e dell’integrazione: molti dei giocatori infatti sono nati nel periodo della guerra e dell’Assedio di Sarajevo, o comunque quando il clima in Bosnia non era affatto dei migliori, e le famiglie di alcuni di questi calciatori si sono trasferite all’estero. Questo ha fatto sì che gran parte degli elementi di questa nazionale – Pjanic su tutti, ma anche Hajrovic, Kolasinac, Bicakcic, Begovic e altri – crescessero calcisticamente assorbendo le tradizioni tedesche, svizzere o austriache e quindi venendo forgiati da nazionali che potevano contare su un pedigree di tutto rispetto. Le radici però sono forti per questi giocatori, e tutti hanno deciso di difendere i colori della Bosnia, per la fortuna di migliaia di calciofili bosniaci.

IL CONDOTTIERO, SAFET SUSIC – Guardando Il favoloso mondo di Amelie in una scena viene indirettamente citato il nome di Safet Susic, ma chi è costui? Da giocatore fu un sublime attaccante prima per il Sarajevo e poi per il Paris Saint Germain (realizzò pure una tripletta all’Italia sul finire dei Settanta), da allenatore invece ha lavorato quasi esclusivamente in Turchia, in special modo all’Istanbulspor e al Caykur Rizespor, senza mai ripetere le mirabili gesta di quando giocava. Nel 2010 però è arrivata l’occasione della vita per Susic, vale a dire allenare la nazionale della Bosnia per provare a portarla al Mondiale 2014. Andando contro tutti gli scettici, Susic ha compiuto un miracolo sportivo forgiando un gruppo dalle qualità ancora troppo sottovalutate e che era stato eliminato solo dal Portogallo ai playoff per Sudafrica 2010. Grazie a un girone non proibitivo ma soprattutto a un attacco micidiale, la Bosnia ha vinto il Girone G e adesso vivie questo sogno chiamato Brasile 2014.

LA STELLA, MIRALEM PJANIC – Nato in Bosnia, il piccolo Pjanic si è trasferito dapprima in Lussemburgo con la famiglia e poi in Francia dove ha iniziato nel Metz la sua carriera da professionista. In possesso di tre cittadinanze il centrocampista ex Lione non ha avuto dubbi su quale nazionale scegliere e ovviamente adesso si prende una bella rivincita con la sua Bosnia per la prima volta ai mondiali. L’ultima stagione con la maglia della Roma ha certificato come ormai Pjanic sia un giocatore di caratura mondiale, appunto, e quindi su si lui principalmente sono riposte le speranze dei tifosi bosniaci. La condizione fisica è buona, quella mentale pure perché ha appena rinnovato il contratto coi lupacchiotti, per di più il gioco della sua nazionale passa dai suoi piedi: la tecnica e il cervello di Pjanic saranno fondamentali per il modulo di Susic. Un giocatore del genere farebbe comodo comunque a qualsiasi allenatore, a prescindere dalla nazionalità.

LA SORPRESA, SEAD KOLASINAC – Se si guarda Sead Kolasinac non si pensa a un ragazzo che tra poco compierà ventun anni, sembra di vedere uno di quegli armadi che popolano i campetti di periferia dove giocano i Giovanissimi e che hanno già la barba mentre gli altri hanno ancora le rotelline alla bicicletta. Kolasinac è un classe 1993 ma non sembra, anche perché oltre al carattere grintoso, gioca già con una tempra da leader, come ha dimostrato mordendo le caviglie dei madridisti nel doppio confronto di Champions League tra il suo Schalke 04 e il Real Madrid. Vanta solamente due presenze con la nazionale bosniaca ma Susic ha già fatto sapere di credere molto in questo ragazzo, anche perché oltre al fisico ha pure un discreto senso della posizione e molta duttilità, visto che pu giocare sia come terzino sinistro, sia come centrale in una difesa a quattro o a tre (meglio a quattro). Costa poco, perché è venuto fuori solamente in questa stagione, quindi le italiane farebbero meglio a farci un pensierino.

L’UOMO MERCATO, EDIN DZEKO – Tutti gli anni, tutte le volte che si apre il calciomercato, spunta fuori il nome di Edin Dzeko, conteso a turno da tutte le italiane e anche da squadre estere. L’attaccante, cresciuto in patria durante i terribili anni della guerra, già dai tempi del Teplice faceva gola da noi, ma soprattutto adesso – dopo essere stato vicinissimo al Milan quando militava nel Wolfsburg – c’è l’Inter che lo bracca. Mai titolare nel City, ha sempre risposto presente e ha segnato valanghe di gol, spesso decisivi come quello della favolosa rimonta scudetto col QPR di due anni fa. E’ una punta alla Shevchenko, sa farsi valere in area e in aria, ma sopratutto ha una tecnica che per un fisico come quello è innaturale. Costa tanto, perché effettivamente è un buon giocatore, e potrebbe davvero infiammare il prossimo calciomercato. Oppure, come è logico pensare, potrebbe rimanere al Manchester City dopo essere stato accostato anche a Empoli e Sassuolo e magari poi segnare il gol decisivo in finale di Champions League, chissà.

L’ULTIMO MONDIALE – Come detto questa è la prima partecipazione della Bosnia a una rassegna mondiale. La nazionale ha partecipato ovviamente come Jugoslavia ottenendo due quarti posti, ma da quando nel 1996 si è iscritta alla FIFA questa è la prima competizione internazionale a cui prende parte. Potrebbe essere un punto debole l’inesperienza, ma comunque i singoli sono tutti abituati ai grandi palcoscenici, parliamo di gente che gioca la Champions League e l’Europa League anche più di molti convocati nella nazionale italiana o inglese. Vedremo se questo esordio potrà essere un’arma a doppio taglio per i Dragoni.

DOVE ARRIVERA’ LA BOSNIA? – Il gruppo della Bosnia è tutt’altro che ostico, oltre all’Argentina – ragionevolmente prima nel girone – i biancoblu dovranno vedersela con l’Iran e la Nigeria, e in effetti poteva andare anche parecchio peggio. Il primo pronostico che viene in mente, leggendo il gruppo F, è almeno un ottavo di finale per Pjanic e compagni, ma si sa che in una competizione così corta le sorprese sono dietro l’angolo, e già la Bosnia è una sorpresa di per sé. Certo è che l’urna è stata benevola perché nei turni successivi le avversarie non sono poi queste corazzate e quindi sognare anche in questo caso è lecito, magari sperando di ripetere le orme di un’altra naziona ex jugoslava: la Croazia di Suker e Boban che a Francia 1998 arrivò quarta.