2013
Inter, Cambiasso: «Abbiamo lobbligo di vincere, sempre»
Il centrocampista ha parlato della nuova stagione, partendo da Mourinho e passando da quella scorsa.
CALCIOMERCATO INTER CAMBIASSO – Da Short Hills, dove la squadra sta trascorrendo la tournée americana, ha parlato Esteban Cambiasso, che stasera affronterà il Chelsea di José Mourinho in amichevole. Una vecchia conoscenza per il centrocampista dell’Inter, che con lui ha vinto il Triplete: «Fa effetto sì. Quando si vivono momenti indimenticabili si tende a ricordare soprattutto l’epilogo, ma alle spalle c’è un percorso di un’intensità enorme e che ha coinvolto tante persone: per questo sarà bello salutare lui, ma anche tutto il suo staff. Quanto ha inciso l’Inter per lui? Lo dice lui stesso quando spiega che l’Inter è stato un pezzo importante della sua carriera e del suo percorso personale, che non è fatto solo di partite di calcio. Ognuno di noi è diverso dagli altri e questa diversità è una fortuna. Forse la sua diversità sta proprio nel fatto che non amerebbe che io ne parlassi con un giornalista», ha dichiarato a “La Gazzetta dello Sport”, il calciatore argentino, secondo cui è presto per parlare di “effetto Mazzarri”: «Sì, è ancora presto. Ma speriamo di poterne parlare fra un po’: vorrebbe dire che tutto sta andando come desideriamo. Né un allenatore né un giocatore si può sentire responsabilizzato per quello che viene detto su di lui. E comunque oggi un tecnico, che le cose vadano bene o male, ha una responsabilità impressionante: anni fa le squadre erano anzitutto dei giocatori, oggi sono le squadre del loro allenatore. Non amo parlare dei miei allenatori attuali: se ne parlo bene passo per ruffiano, se ne parlo male finisco dritto in prima pagina. Ho letto che qualcuno di noi avrebbe detto che non si lavorava così dai tempi di Cuper. E chi? Con Cuper c’era solo Zanetti, che con noi finora non ha potuto lavorare… Più che altro direi che si sta lavorando diversamente, più sulla resistenza, più fuori dal campo: l’ultima volta l’avevamo fatto con Mancini».
Cambiasso ha poi parlato del cambiamento di ruolo e della stagione scorsa, piuttosto negativa: «Difesa a tre e un solo uomo davanti alla difesa: così non avevo mai giocato. Comporta molta copertura ai tre dietro e il dover garantire sempre un appoggio semplice a qualunque portatore di palla. Non sono mai stato un velocista, il mio passo così tanto criticato l’anno scorso era lo stesso che ho sempre avuto. Anche l’anno scorso i dati non dicevano che non sono più in grado di correre abbastanza, ma so per esperienza che va così: quando va tutto male, corri di più e si vede di meno. Senza Champions? L’unico vantaggio è il poter preparare più nei dettagli ogni singola partita e non avere l’obbligo di due uomini per ruolo, come necessario quando giochi una stagione di 60 partite. Mi sono sentito un giocatore che ha avuto la responsabilità di non arrivare ai risultati che l’Inter avrebbe dovuto raggiungere. Litigato io e Pupi? Ma non scherziamo, dai…».
Infine, sulla trattativa per il rinnovo e quella tra Moratti e Thohir, il mediano ha spiegato: «La società adesso ha cose più importanti a cui pensare, e parlo di mercato, non solo della trattativa con Thohir. Ma è stato così per tutti i miei contratti con l’Inter tranne il primo: mi chiameranno, e ci vorranno cinque minuti. Thohir? Ancora non sappiamo se a livello di organizzazione societaria ci saranno cambiamenti grandi o piccoli. Ma una cosa la so: qualunque cosa succeda, Moratti non la farà pensando semplicemente a ciò che è bene per l’Inter, ma a ciò che è meglio per l’Inter. Credo nel mercato, ma a metà: l’altra metà si chiama lavoro, e campo. Non è il mercato che dice chi vince lo scudetto: quando la Juve vinse il primo, due anni fa, fino a metà stagione dicevano tutti che il Milan era più forte. Contano i fatti, non le parole e nei fatti l’Inter si presenta con l’obbligo di provare a vincere. Sempre».