2013
Inter, Cambiasso: «Gli ex sono nemici. Zero promesse»
Il centrocampista nerazzurro nel corso di una lunga intervista parla di tutto e di più
INTER CAMBIASSO – E’ l’inizio di un’altra stagione, l’ennesima, con la maglia dell’Inter per Esteban Cambiasso. Il centrocampista nerazzurro, intervistato oggi per “Libero”, ha parlato dei propositi in vista del nuovo campionato targato Mazzarri.
NUOVA ERA – «Il mister ha tanta voglia, come noi, questo è molto importante. Parlare degli allenatori però non mi piace, qualunque cosa dici rischi: se parli bene sembra che lo fai per fare bella figura, se parli male è un casino. Più che il modulo e il ruolo, a me interessa che l’Inter giochi bene e vinca. Poi dove e se gioca Cambiasso è un discorso secondario. La cosa più importante è che la squadra riesca ad assimilare tutti i concetti del mister. La cosa essenziale è capirsi, lavorare su ruoli e movimenti al di là dei moduli. Bisogna che ci siano idee chiare, che tutti vadano in una direzione. Il mister ce l’ha ed è riuscito ad applicarla altrove, speriamo ottenga risultati pure qui», le parole di Cambiasso.
GIOVANI TALENTI – «Kovacic come Hamsik? È un altro gioco che fate voi, si confrontano i nostri giocatori con quelli del Napoli, perché è l’ultima squadra allenata dal mister. Prima però ha allenato Sampdoria e Reggina, ma nessuno ci paragona a loro. Comunque l’importante è che Mateo riesca ad assimilare concetti che lo facciano migliorare, potenzialmente è un giocatore di cui non si conoscono i limiti. In Argentina siamo abituati poco a guardare la carta d’identità, i giocatori sono bravi o non bravi. Sicuramente ha una gran bella personalità e questo è importante, soprattutto perché si sente sicuro di quello che fa».
EX E MORATTI – «Contento di non giocare le coppe? No, dispiaciuto. Non so se cambi così tanto non giocare in settimana: ho sempre disputato le coppe, sia al Real che all’Inter. Maicon e Balotelli? Maicon e Mario sono ex Inter, per questo fa più effetto a voi, a noi no. Fuori possono essere amici, in campo sono nemici. Lo Scudetto? È inutile fare proclami adesso, l’unica cosa che posso dire è che cercheremo di dare il massimo per farlo. Non possiamo promettere nulla. In campionato tutti partono da zero, poi si vedrà. L’Inter senza Moratti? Da quando sono qui Moratti c’è sempre stato, quindi per noi sarà sicuramente difficile. Non solo per Massimo che oggi è il presidente ma per quanto la sua famiglia ha rappresentato anche nel passato della società. Sicuramente per noi sarebbe strano non vederlo».
MERCATO E CONTRATTO – «Il mercato? Non riesco a capire chi è un top player, se si valuta come cifra spesa o come qualità: la gente spesso si riferisce a giocatori pagati oltre 30 milioni. La squadra che ha reso di più, però, non comprendeva elementi del genere. Partendo da Julio, Lucio e Maicon gratis, Samuel 14, Zanetti uno, Cambiasso zero, Thiago Motta e Milito entrati in vari scambi, quindi non so cosa significhi “top player”. Sono valutazioni che faranno mister e club, noi dobbiamo fare del nostro meglio. Sono convinto che la società cercherà di metterci nella migliore condizione. Icardi? Tutti i nuovi sono giocatori che per mister e società sono adatti all’Inter. Ma qui nessuno gioca per diritto, bisogna pedalare, se si fanno 10 o 38 partite è una valutazione soltanto dell’allenatore. Il mio contratto? Adesso la società ha altre priorità, non abbiamo affrontato argomento perché ci sono cose da sistemare. Ma sanno che con me non ci sarà nessun problema. La durata del contratto si vedrà quando ci siederemo a parlare. Io qui da allenatore? È un futuro troppo lontano, teniamo la testa all’oggi: c’è già abbastanza a cui pensare».