Pescara, Stroppa: "Dobbiamo lavorare tutti insieme" - Calcio News 24
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2012

Pescara, Stroppa: “Dobbiamo lavorare tutti insieme”

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PESCARA STROPPA – Giovanni Stroppa non intende perdere la speranza, nemmeno dopo la sconfitta patita dal suo Pescara sul campo dell’Udinese. Il tecnico della formazione abruzzese, che sente le critiche ma intende metterle a tacere al più presto, ha fatto capire che solo il duro lavoro e la fiducia negli schemi e nei metodi da lui imposti possono portare la squadra biancoblu alla salvezza: “Questi passi falsi mi spingono a dare ancora di più. A Udine abbiamo fatto bene i primi 30 minuti, ma non basta. Ho notato che nell’ambiente sono un pò tutti contro l’allenatore, non importa, io vado avanti serenamente. Se c’è una contestazione solo verso il sottoscritto mi dispiace, ne prendo atto, però ho le spalle grandi e continuo a lavorare. La fiducia della società? Ringrazio i dirigenti, probabilmente loro vedono il tipo di lavoro che stiamo svolgendo e con quale impegno. Se ritengo di aver commesso degli errori? No, per niente. E riguardo a una formazione fissa, io non ho mai cambiato tanto per cambiare, l’ho fatto solo per necessità. Se penso che vincendo a Udine saremmo stati nella parte sinistra della classifica alla pari della tanto celebrata Sampdoria, mi mangerei non solo le mani ma tutte le braccia. In campo le cose dobbiamo farle tutti insieme, non in sette, otto. Dirò di più, è sufficiente che un solo undicesimo della squadra non si muova all’unisono con gli altri che si sciupi tutto. Perché il calcio è questo, a maggior ragione in una categoria come la serie A dove nessuno ti concede niente. E il particolare che fa la differenza, e il particolare può essere una marcatura fatta male o un mancato ripiegamento. In ogni momento della partita l’attenzione deve essere massima, perciò dico che anche nella prima mezz’ora potevamo e dovevamo fare qualcosa in più. In quel frangente abbiamo dato la sensazione di poter esaltare il nostro potenziale, però poi non lo abbiamo fatto. La sfrontatezza di una squadra equivale alla consapevolezza di poter fare male, sentire di voler attaccare anche se gli avversari sono più forti.