Paris Saint Germain e Qatar National Bank: se la sponsorizzazione non ha limiti - Calcio News 24
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2012

Paris Saint Germain e Qatar National Bank: se la sponsorizzazione non ha limiti

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Se io vi dico PSG, ditemi, quali sono le prime parole che vi vengono in mente? Denaro, campioni, sovraesposizione mediatica. D’accordo, forse la mia è una sorta di deformazione professionale ma se dovessi taggare le keywords del nuovo fenomeno economico sportivo del 2012 beh, non avrei alcun dubbio.

Il potenziale dei francesi, ormai lo conoscono anche i sassi, è ad oggi infinito o quasi grazie alla proprietà composta dalla Qatar Investment Authority e presieduta dal Nasser Ghanim Al-Khelaïfi, ma Platini insegna, o dovrebbe, per meglio dire, che il percorso indirizzato verso il Fair Play finanziario potrebbe essere un freno a folli spese come quelle viste nell’ultimo calcio mercato estivo. Uno shopping al sole di Agosto che ha portato ai piedi della Tour Eiffel gente come Lavezzi, Verratti, Thiago Silva e Ibrahimovic per un totale di oltre cento milioni di Euro di soli cartellini. Parlando di ingaggi poi si va oltre, e crescono gli interrogativi se si pensa che per far fronte alla tassa patrimoniale introdotta dal governo Hollande – imposizione fiscale al 75% per redditi superiori al milione – il PSG pare essersi sobbarcato anche l’onere delle accise purché non vada ad incidere sui guadagni delle proprio stelle. Ma facciamo una bozza di conti per capire come è cambiata la situazione economica dalla proprietà precedente a quella attuale.

Basandosi sulla Football Money League di Deloitte, revisore del gotha calcistico e inerente agli ultimi dati disponibili ovvero della stagione 2010/11, vediamo che il fatturato dei parigini si assestava sui 111 milioni di euro circa. Il 45% di essi composti ovviamente dai diritti tv mentre solo una ventina di milioni derivanti dagli sponsor. Il resto era flusso di cassa proveniente dal botteghino. Monte stipendi nell’ordine dei 70 milioni di euro ed un passivo di circa 40, ripianato al momento del cambio di proprietà. Ora, visti gli acquisti importanti dell’era qatariota ed i conseguenti costi di gestione, anche ad un bambino è chiaro che l’autosostentamento tanto agognato dai vertici Uefa diventa di difficile realizzazione. È come andare in giro con un’affidabilissima Panda e poi, con l’idea di risparmiare, si compra una Ferrari. Ora, o aumentate le entrate, o sul cavallino rampante ci girate poco. E qui casca l’asino.

Ma gente come Leonardo o l’ex dirigente juventino Jean-Claude Blanc si sanno muovere più che bene in questo mondo ed ecco che, notizia recente, in un periodo come questo in cui si ridefiniscono i budget e si pianificano le strategie dell’anno venturo, spunta l’istituto della Qatar National Bank. In che modo? Proponendo una sponsorizzazione da 100 milioni 100 a stagione per apporre il proprio marchio sulla maglia rossoblù. Per farvi capire la differenza, Fly Emirates, che non è esattamente il Caseificio di Nonna Cesira e che già campeggia sul petto di Ibra & co, ne sborsa 3.5. Una sponsorship senza precedenti, nemmeno nel ricco football o basket d’oltreoceano.

Un investimento che se confermato, garantisce alla Francia uno step bello grande nella rincorsa allo zoppicante sistema italiano, acuito da Euro 2012 che guarda caso si terrà proprio oltralpe. Fair Play finanziario? Rien ne vas plus.

Fonte | www.rtrsports.com