Pescara, Stroppa: “In Italia allenano i raccomandati”

PESCARA STROPPA – Con un vecchio adagio, sempre di moda in ogni ambito lavorativo italiano, Giovanni Stroppa ha lanciato un’accusa piuttosto dura. In un’intervista riportata dai colleghi della Gazzetta dello Sport, infatti, l’allenatore del Pescara ha accusato alcuni suoi colleghi, oltre che i presidenti che li assumono senza guardare troppo al loro curriculum. Non prima di aver ringraziato il suo, di presidente: “Le belle parole del presidente Sebastiani e degli addetti ai lavori fanno piacere ma quelle sconfitte potevano mandarmi a casa, ho fatto del mio meglio per cercare di meritare il posto sul campo. A me non resta che credere nel mio lavoro. Purtroppo in Italia l’allenatore è una figura sempre in bilico, sempre precaria: i tecnici vengono scelti o perché sono di moda o perché raccomandati, non per come lavorano e fanno giocare le loro squadre. Una scelta che non comprendo e su cui rifletto da tanto, prima ancora di iniziare ad allenare prime squadre. Si prende un allenatore con determinate caratteristiche, poi si manda a casa e se ne prende uno che lavora con metodi totalmente diversi. Questo non ha senso. La sfida contro la Lazio? Fu la mia prima esperienza lontano da casa, due anni molto belli. Il secondo, con Gascoigne, Riedle e tanti campioni abbiamo aperto l’era Cragnotti. Si tratta di una squadra di grande ordine tattico, sulla carta fa paura. Si difende molto bene.“