Corini rimpolpa la 'new generation': bravura, riconoscenza o crisi economica? - Calcio News 24
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2012

Corini rimpolpa la ‘new generation’: bravura, riconoscenza o crisi economica?

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montella ifa

L’annuncio ufficiale è arrivato poco prima di mezzogiorno: Eugenio Corini è il nuovo allenatore del Chievo Verona, e arriva dopo ben cinque sconfitte consecutive per la squadra dei Mussi Volanti. Per lui è una nuova esperienza, la guida di una formazione di Serie A, ma si tratta di un ritorno più che gradito in una piazza che ha saputo rilanciarlo da grande regista di centrocampo, dopo gli esordi dorati con le maglie di Juventus e Sampdoria.

Ma c’è di più: Corini, oltre a essere il secondo tecnico a subentrare a campionato iniziato dopo Gasperini a Palermo (altra squadra in cui Eugenio ha trovato la sua consacrazione), è l’ennesimo caso di ex calciatore degli Anni 90 e/o 2000 che si accomoda su una panchina della nostra massima serie. Una linea seguita nelle grandi piazze tanto quanto in quelle meno rinomate, per una serie di motivi che andremo a setacciare con grande attenzione.

Uno dei primi casi è stato riscontrato al Milan, con il giovane Massimiliano Allegri che è partito da Cagliari e dai buoni anni da calciatore a Pescara e proprio in Sardegna per arrivare a conquistare uno scudetto e un secondo posto da allenatore dei rossoneri. Il suo successore, sia nell’elenco di ex giocatori ora allenatori che nell’albo d’oro del campionato, è Antonio Conte, che ora è però costretto a guardare le imprese domenicali della sua Juventus da uno sky-box piuttosto che dalla poltroncina della tribuna di uno stadio.

La sfilza è lunga, e va prolungandosi di mese in mese, se non di settimana in settimana. Da Montella, straordinario puntero ricordato con affetto dalla Roma giallorossa passato ora sulla panchina della Fiorentina, a Donadoni, che ha toccato l’apice con la guida tecnica della Nazionale prima di tornare a faticare alla guida del Parma; da Ferrara, che ha vinto scudetti e coppe da grande protagonista con Juventus e Napoli e ora guida in maniera brillante la Sampdoria dopo aver fatto ‘gavetta’ alla guida dell’Under21, a Stroppa, anch’egli pluridecorato con la maglia del Milan prima di scegliere il Pescara come prima tappa del suo percorso di allenatore in Serie A.

Senza dimenticare altri tecnici del recentissimo passato, epurati oppure emigrati all’estero, come Walter Zenga e Luis Enrique, e altri allenatori che stanno facendo vedere buonissime cose nella serie cadetta, come Eusebio Di Francesco capolista con il Sassuolo e Carmine Gautieri neopromosso con il suo Lanciano.

Una scelta, quella di affidarsi a tecnici giovani, magari reduci da buone esperienze con gli scarpini ai piedi, dettata da diversi fattori. In primis la capacità di leggere nella mente dei calciatori e di riuscire ad assecondare il loro istinto e le loro qualità tecnico-tattiche. Poi c’è anche il senso di riconoscenza, com’è accaduto all’Allegri che esordiva a Cagliari, allo stesso Corini che oggi inizierà la sua avventura al Chievo e che potrebbe accadere a Diego Lopez, favorito per l’eventuale successione di Ficcadenti a Cagliari. Infine, ultima ma non ultima, c’è la necessità di fronteggiare la famigerata crisi economica, che costringe i presidenti a non investire cifre troppo alte per l’ingaggio degli allenatori (però non ditelo a Zamparini).

Una serie di motivazioni, l’una più valida delle altre, che rende il calcio italiano un pò più umano e, probabilmente, più a misura di giovane.