2012
Manchester United, Rooney: “Qui sono felice, ma…”
MANCHESTER UNITED WAYNE ROONEY – Con l’arrivo di Robin van Persie, tutti sognavano all’Old Trafford una coppia da urlo assieme a Wayne Rooney, ma l’attaccante inglese non sta giocando ai livelli desiderati da Sir Alex Ferguson, il quale, al momento, attende che l’ex Evrton torni ad uno stato di forma accettabile per tornare a far parte dell’undici titolare. Per Rooney sono stati determinanti una serie di guai fisici che ne hanno frenato la continuità negli ultimi mesi e queste sono le considerazioni dello stesso giocatore, il quale ha parlato ai microfoni del “Daily Mirror“: “Da attaccante, devo lavorare sodo tutto il tempo. Devo essere sempre sul pezzo, altrimenti si nota che non sono i forma. Se giocassi terzino, la gente se ne accorgerebbe di meno, potrei nascondere il fatto di non stare benissimo facendo meno affondi, e nessuno se ne accorgerebbe. Ma come centravanti del Manchester United, non hai modo di nasconderti davanti ai tuoi tifosi. Devo lavorare al massimo, altrimenti il manager mi toglierà dal campo o non mi schiererà per la prossima gara. Non c’è margine di errore in un club del genere. Sono felice qui, a prescindere dai momenti negativi, che sono normali ovunque nel gioco del calcio. Ad esempio, dopo la vittoria per 5-0 contro il Wigan, abbiamo festeggiato tutti assieme a cena con le nostre dolci metà. Il giorno dopo quella partita il manager mi ha detto che non era felice con le mie prestazioni e non sente che mi stavo allenando in maniera adeguata. Devo dire che mi porto dietro qualche dolore, quando mi sveglio la mattina ci metto un attimo per rimettermi in sesto; non era così quando ero un ragazzino. Ricordo quando giocavo e mi allenavo i primi tempi con l’Everton o lo United, volevo sempre giocare ancora di più, ma il calcio ha avuto un impatto importante sul mio fisico, il gioco di ora è basato tutto sulla velocità, la potenza e l’intensità. So che il calcio è una parentesi breve come carriera nell’arco di una vita, quindi il giorno che smetterò voglio essere io a decidere, non un fisioterapista o un’entrataccia di un avversario“.