2012
Cagliari, la volontà non è bastata
Nonostante una prova d’orgoglio, il Cagliari ha bagnato con una cocente sconfitta il proprio esordio in campionato. Due errori di Astori hanno provocato le due reti che hanno permesso prima a Merkel poi ad Immobile di gonfiare la rete difesa da Agazzi nella seconda frazione di gioco. Risultato ingiusto per i ragazzi di Massimo Ficcadenti, che hanno cercato con vigore di rimettere in sesto il match soprattutto nella seconda parte della ripresa. Due le defezioni risultate letali in difesa, molte di più quelle in zona gol, anche se va dato merito al portiere avversario Frey di aver salvato in almeno due occasioni, su Pinilla e Rossettini, il proprio fortino con due guizzi prodigiosi.
Il 4-3-3 di partenza sembrava poter dare maggior risalto nei primi minuti gioco, salvo poi rivelarsi inefficace in fase di sotruzione e finalizzazione. Sia Larrivey che il bomber cileno si sono rivelati inadeguati nella posizione di attaccanti esterni, come era ipotizzabile considerato che sono due uomini d’area di rigore, abituati a ricevere i cross per trasformarli in gol piuttosto che a farli. Gli stessi due centravanti hanno mostrato maggiore vitalità una volta ritrovatisi nella propria posizione ideale. Specialmente Pinilla ha potuto ravvivarsi e tornare la solita spina nel fianco per ogni retroguardia che se lo ritrovi di fronte. I cambi, tardivi, non hanno permesso ai sardi di riuscire ad agguantare un pari che sarebbe stato ampiamente meritato, subendo invece il decisivo ko firmato dall’ex talento del Pescara di Zeman, rivelatosi implacabile al cospetto del numero uno rossoblù, esente da colpe in entrambe le occasioni sfruttate a pieno dai co-padroni di casa del Ferraris. Ibarbo solitamente rende meglio da subentrato, ma non ha avuto abbastanza tempo per potersi scatenare alla sua maniera.
Eppure è stato il Cagliari a tenere in apprensione la compagine ligure per gran parte del secondo tempo, impensierendo più volte Frey con quasi tutti i propri attori offensivi. Nessuno di questi ha però centrato il colpo vincente sotto porta. Tra i nuovi, disorientato Avelar, meglio Rossettini, ma è lecito concedere qualche partita al laterale brasiliano per abituarsi al campionato italiano dopo aver militato in tornei profondamente diversi da quello nostrano.
Ora ci saranno sette giorni di tempo per analizzare a fondo cosa non è andato per poter cominciare a smuovere la classifica già dalla prima apparizione casalinga che, si spera, andrà in scena ad Is Arenas, seppur a capienza ridotta, ma comunque meglio di un nuovo esilio a Trieste che il presidente Cellino è all’opera per scongiurare. Anche se la questione sarà più chiara nei prossimi giorni.