FIGC, Albertini: "Puntiamo sui giovani" - Calcio News 24
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2012

FIGC, Albertini: “Puntiamo sui giovani”

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Demetrio Albertini lancia un appello alle società di calcio del nostro Paese. Il dirigente della Federcalcio crede che bisogna puntare di più sui giovani talenti presenti nei propri vivai, come ribatte ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Michel Platini ha fatto bene a concepire il fair play perché le squadre di calcio non possono dipendere dalle fortune del magnate di turno. In Italia, il rosso è concentrato su Juve, Inter, Milan e Roma. Tuttavia nelle serie minori si è assistito in questi anni a una sequela di fallimenti che hanno fatto sparire dalla geografia del pallone città importanti. Ecco perché bisogna tornare a una gestione sostenibile, per salvaguardare il calcio, che non è solo business ma anche senso d’appartenenza, tessuto sociale. Il principio del fair play finanziario è elementare: non puoi spendere più di quanto incassi. E, una volta che entrerà a regime in Europa, dovrebbe essere recepito, pur con aggiustamenti, da tutte le federazioni locali. Bisogna operare in più direzioni. Intanto, restituendo centralità al progetto sportivo, che ultimamente abbiamo trascurato troppo. Il nostro problema è che sappiamo gestire solo il presente e non programmiamo mai. Eppure negli anni 90 eravamo i primi. Oggi dobbiamo lavorare tutti assieme per costruire talenti, guardando alla Serie B e alla Lega Pro come serbatoi. Il progetto della Juventus, con lo stadio di proprietà, mi piace molto. La Serie A incassa tantissimo dai diritti tv, è seconda solo alla Premier. Significa che il calcio italiano è appetibile. Non fermiamoci solo a questo, però. Ci sono club europei che hanno piantato da tempo le tende nei Paesi emergenti, noi ci accontentiamo delle amichevoli-spot senza pianificare strategie di marketing di lunga gittata. Basti pensare al Barcellona, che ha saputo trasferire l’identità catalana in una dimensione internazionale. È vero che le piove addosso una montagna di soldi dalle tv, grazie ai diritti soggettivi, ma è altrettanto vero che il suo enorme fatturato è composto da tante altre voci, che le società italiane dovrebbero imparare a esplorare.”