Obiang: «Idee un po' diverse da quelle della Sampdoria» - Calcio News 24
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2015

Obiang: «Idee un po’ diverse da quelle della Sampdoria»

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obiang sampdoria febbraio 2015 ifa

Continua lo spagnolo, passato al West Ham: «Avevo da un po’ questa idea della Premier»

E’ terminata dopo sette stagioni l’esperienza alla Sampdoria per Pedro Obiang. Il centrocampista spagnolo è passato infatti al West Ham negli scorsi giorni per provare un’esperienza in Premier League, ed ha rilasciato alcune dichiarazioni da fresco ex ai microfoni de Il Secolo XIX: «Nella Sampdoria sono stato alla grande, ma in testa avevo da un po’ questa idea della Premier. In realtà non avevo deciso che me ne sarei andato proprio questa estate. È successo. E ho anche preso un po’ di tempo, per conoscere meglio i progetti della Samp, perché insieme all’Atletico Madrid, dove iniziai, considero questa società una mia famiglia calcistica. Ma le nostre idee erano un po’ diverse».

CONTINUA OBIANG «Sampdoria? Tutti quei flash che mi sono venuti in mente a Londra, mentre stavo firmando il contratto con il West Ham. Il mio arrivo al Flora, impattante, la prima volta che andavo via da Madrid; i miei primi allenamenti con gli Allievi, con Tufano allenatore: io cercavo i colpi di tacco, i dribbling e lui mi guarda e dice ‘se giochi così qui in Italia, ti mangiano’; l’allenatore della Primavera Pea, che non mi faceva giocare perché diceva che andavo troppo piano, e mi ha stimolato; quando sono stato aggregato alla prima squadra e sono stato accolto a braccia aperte da Cassano, Palombo, Gastaldello… c’era anche Bruno (Fornaroli), grandissimo; il rientro in campo del mio fratellino Nenad dopo la malattia, il mio legame con lui è stato e resterà sempre di cemento; il mio debutto in A con la Juve; il campionato di B, dove ho avuto la possibilità di mostrare il mio valore, ricordo la respinta di faccia di Rispoli contro il Sassuolo, nei playoff, lì mi sono detto ‘in A andiamo noi’; gli ultimi minuti a Varese, infiniti e la festa in Piazzale Kennedy, dove sono rimasto in mutande e il pullman stava partendo senza di me; i prolungamenti di contratto, che mi facevano sentire un progetto a lunga scadenza; il primo gol; la delusione in quel momento in cui volevo dare di più e non potevo per problemi fisici e quella dei tifosi che si aspettavano molto di più da me».