Aghemo (Sky): «Il Torino crede nell'Europa. Juric? Sul suo futuro...»
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Aghemo (Sky): «Il Torino crede nell’Europa, ma attenzione all’Empoli di Nicola. Juric? Sul suo futuro…» – ESCLUSIVA

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Paolo Aghemo, giornalista Sky, ha analizzato la stagione del Torino: la gara con l’Empoli, il derby con la Juve, il futuro di Juric e non solo

Otto partite (tra cui un derby), ventiquattro punti a disposizione ed un sogno chiamato Europa. Prosegue a pieno ritmo la rincorsa del Torino verso le zone più nobili della classifica. I ragazzi allenati da Ivan Juric sono infatti reduci da quattro risultati utili consecutivi e questa sera saranno di scena al Castellani di Empoli alla ricerca di ulteriori punti preziosi per mantenere in vita le ambizioni di partecipazione ad un torneo continentale. 

Un successo in terra toscana permetterebbe infatti a Buongiorno  e compagni di allungare momentaneamente su Napoli e Fiorentina, fino a contendersi la settima posizione del tabellino con la Lazio targata Tudor (impegnata nella stracittadina con la Roma invece). Non la pensa così però la squadra allenata da Davide Nicola – ex cuore granata – perfettamente inserita nella lotta per non retrocede e per questo anch’essa alla disperata ricerca di una boccata d’ossigeno per la propria classifica.

Ed è proprio Empoli-Torino il match che Paolo Aghemo ha fotografato stamane in esclusiva per Calcionews24. Ma non solo, il giornalista Sky ha avuto modo di soffermarsi sulla stagione della scuderia sabauda a 360°: dalla delicata partita in arrivo contro la Juventus (in programma per il 13 di Aprile), al futuro di Ivan Juric. Oltre, naturalmente, il prima menzionato sogno europeo che si respira sulla sponda granata del Po. 

Il Torino crede nell’Europa. Le avversarie non mancano, ma la classifica è corta e i match a disposizione son pochi. Qual è la sua idea sulla rincorsa europea dei granata?

«Il Torino fa benissimo a crederci, perché la classifica lo permette. Le avversarie sono squadre forti, ma stanno vivendo una stagione di discontinuità. Il Napoli fa da esempio per tutte, ma anche la stessa Fiorentina che è impegnata sia in Conference che in Coppa Italia e anche per questo in campionato sta faticando. Quindi le possibilità ci sono. 

C’è stato un cambio di mentalità da quando i giocatori e Juric hanno dichiarato che l’obiettivo è l’Europa: ora si gioca a carte scoperte. Penso che abbia ragione Juric nel dire che questa squadra non deve vivere l’obiettivo con pressione, perché non c’è nessun obbligo di andare in Europa, ma è comunque un’opportunità, un sogno». 

Quindi il Torino ha le carte in regola per ambire di coronare questo sogno?

«Il Torino credo abbia tutte le qualità tecniche per provarci, ma è sicuramente una squadra che rispetto alle altre dirette concorrenti è partita in dietro. Adesso che si trova in questa situazione dovrà giustamente sfruttare l’onda emotiva per provarci fino in fondo, ma affrontando la sfida senza ansie». 

Il primo ostacolo risponde ora al nome dell’Empoli. Quali sono le insidie albergate dalla compagine toscana?

«Intanto l’Empoli ha un allenatore come Nicola, capace di trasferire ai suoi giocatori la voglia di combattere…di crederci a livello emotivo. Il che significa che non si può mai sottovalutare l’avversario e soprattutto non si possono concedere distrazioni. Per questo è una partita che dal punto di vista emotivo credo sarà ancora più dispendiosa rispetto che su quello tecnico. Emotivamente è una partita da affrontare con un’attenzione ed una concentrazione totale. L’Empoli si gioca la vita, si gioca la permanenza in Serie A, quindi per loro diventa decisivo quantomeno non perdere. Bisognerà fare attenzione, soprattutto in fase difensiva, ma il Torino lì è abbastanza solido. 

Nicola conosce bene il Toro, sa come gioca Juric. Il rischio è che possa comportarsi un po’ come ha fatto il Monza nel primo tempo sabato scorso e che riesca quindi a chiudere tutte le linee di passaggio. Il Toro dovrà inventarsi qualcosa, oltre allo schema che per ora funziona benissimo: quello con Bellanova che va sulla destra e crossa o fa le sue sgroppate. Questo non potrà essere l’unico, perché chiaramente bisogna avere delle alternative quando gli avversari chiudono gli spazi e giocano dietro la linea della palla».

Dopo l’Empoli arriverà poi la Juve. Il grande interrogativo sui bianconeri è se siano usciti o meno dalla crisi di risultati. Anche perché la storia recente ci insegna come difficilmente i granata riescano a fare risultato nelle stracittadine.

«È una domanda a cui bisognerà rispondere dopo la prossima giornata. Perché la Juventus non possiamo ancora dire se sia uscita o meno dalla crisi. Sicuramente ha fatto un gran secondo tempo contro la Lazio, ma questo non significa che tutto ad un tratto si sia messa alla spalle le scorie di due mesi di difficoltà. Gli indizi ci sono, la strada l’ha imboccata, ora bisognerà capire come si comporterà con la Fiorentina. 

Dopodiché dipenderà anche molto dal Torino. Se dovesse fare un risultato positivo ad Empoli, è chiaro che il derby diventerebbe una partita che – al di là del significato della singola sfida – andrebbe inquadrata nell’ambito della classifica. Diventerebbe una partita certamente importante in quanto derby appunto, ma ancor di più per il momento della classifica del Torino. Quindi sarà necessario aspettare questa giornata, che si prospetta determinante. 

Se la Juve farà una gran partita con la Fiorentina, affrontarla diventerà molto complicato. Per cui il Toro il derby lo dovrà affrontare sempre al mille per mille, ma io credo che dal risultato di Empoli possa derivare anche la gestione del derby. A quel punto anche un pareggio nel derby – a seconda del risultato contro l’Empoli – potrebbe rivelarsi un buono o un pessimo risultato».

Chiudiamo con un pensiero verso il termine della stagione. In casa Torino continua a tenere banco il futuro di Ivan Juric. Quale impressione le ha dato il tecnico granata in termini di permanenza in piemonte? 

«Due osservazioni. La prima: Juric è completamente focalizzato sul Torino, lui dà anima e corpo per questa squadra e sta lavorando così dal primo giorno. Evidentemente ora ha capito o si è reso conto di alcune situazioni ed alcune dinamiche. È cambiato da un anno a questa parte anche nella comunicazione. Le conferenze battagliere del primo anno e mezzo sono terminate. Magari dice cose simili certo, ma in un modo diverso, perché si è reso conto di alcune dinamiche che evidentemente c’erano prima di lui e ci saranno dopo. Ma questo fa parte della logica delle cose. Quando si è parte di una società bisogna adeguarsi alla società per cui si lavora. In ogni caso lui sta dando tutto al Torino, lo sta migliorando sotto più aspetti e ha portato una chiara identità anche dal punto di vista del gioco. 

E la seconda…

«Sul futuro io credo che al di là dell’Europa o meno sia difficile pensare a Juric come l’allenatore del Torino del prossimo anno. Ma ti dirò di più, quando lui dice: “Io resto se andiamo in Europa”, io aggiungo: “Però il contratto bisogna farlo in due”. Bisognerà anche capire se la società avrà l’intenzione di sedersi ad un tavolo con Juric e se accetterà di prolungare il suo contratto eventualmente. Se non c’è la qualificazione lo ha detto lo stesso Juric: non resterà, ma anche se la qualificazione dovesse arrivare non credo che sia così scontato che resterà. 

Bisognerà capire anche la società, quali programmi ha e quali sono le valutazioni di quello che è stato un triennio fatto di rapporti altalenanti e anche di alcuni momenti tesi. Ad oggi credo che sia molto difficile pensare al Toro del futuro con Juric. Dopodichè, mancano otto giornate, può cambiare ancora tutto. Però, al di là dei risultati, credo sia proprio un discorso di rapporti. Dovranno sedersi ad un tavolo lui e la società e valutare se si sono esaurite o meno quelle spinte, quelle ambizioni, che c’erano tre anni fa. E se ci saranno ancora i presupposti per continuare insieme».

Si ringrazia Paolo Aghemo per la cortesia e la disponibilità mostrate in occasione di questa intervista