2012
Atalanta, Colantuono: “Roma? Vogliamo tornare a vincere”
ATALANTA COLANTUONO – Dopo la pesante sconfitta casalinga rimediata con il Torino, l’Atalanta è pronto a rialzarsi, anche se è atteso da una sfida delicata e complessa come quella con la Roma. Stefano Colantuono, tecnico del club bergamasco, è però fiudicioso e nell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport ha parlato del momento dei nerazzurri.
Ma che sconfitta strana è stata, quel 5-1 con il Toro?
«Quando perdi 5-1 chi vince ha sempre ragione. Ma, credetemi, la mia Atalanta, ha giocato per unora la miglior partita rispetto a tante altre fatte in casa e vinte anche nella passata stagione».
Questi cinque gol offrono un dato statistico in controtendenza con l’abitudine delle sue squadre: nove gol al passivo.
«E’ vero, ma pesa questultima partita. Nella passata stagione siamo stati la quarta miglior difesa. Ventura stesso aveva detto che è difficile far gol all’Atalanta: visto come è andata comincio a pensare che lo dicesse per scaramanzia… E’ andata così, guardiamo avanti. Torneremo ad essere attenti dietro».
Non sembra preoccupato…
«Lo sono nella misura in cui certi errori li abbiamo commessi e anche analizzati insieme come facciamo sempre. Mi avrebbe preoccupato di più un 5-1 nato da una totale rassegnazione. Ai ragazzi ho detto che bisogna mettersi subito tutto alle spalle e guardare avanti. Certo davanti c’è la Roma e come dicono i romani come me… non sarà una passeggiata di salute».
L’avrebbe preoccupata di più un 4-1 dai contenuti che la Roma ha fatto vedere a Torino contro la Juve?
«Quella della Roma è stata una serata storta: ingigantita dal fatto che è capitata contro la migliore squadra del momento. Ora contro la Juve non puoi sbagliare niente».
Lei non crede che Milan e Roma siano in crisi in campionato? Eppure il Milan l’ha battuto a San Siro…
«Milan e Roma sono partite più a rilento, per ragioni diverse. Il Milan ha ceduto due come Ibra e Thiago Silva che, tra averli e non averli, c’è l’abisso. E la sconfitta con noi nasce dal fatto che l’Atalanta ha giocato la gara perfetta. La Roma ha cambiato di nuovo tanto, ha una squadra giovane che a gente come Lamela e Pjanic ha aggiunto Florenzi e Destro. Può essere normale la discontinuità. Il calcio di Zeman si conosce, ma questi ragazzi devono solo immagazzinarlo bene e può succedere da un momento allaltro. La Roma è una grande squadra, questa estate l’ho inserita tra le possibili sorprese scudetto e continuo a pensare che possa rimettersi in gioco».
Un romano sradicato da Roma. Che rapporto con la sua città?
«Viscerale, poi torno poco perché mi divido con San Benedetto del Tronto dove vivo. Ma Roma è Roma, la capitale per antonomasia».
Romanista da bambino, si può dire?
«Quanto si ricama su questa storia. Questo è un Paese in cui è anche pericoloso dire certe cose perché si confondono i piani. Sono di una famiglia di romanisti, mio padre, i miei zii. Ero romanista anche io. Poi diventi professionista e cambia tutto: la squadra per cui tifavi diventa avversaria e vivi per batterla».
Un maestro a cui ispirarsi in panchina?
«Non ho avuto tempo di pensarci, perché non volevo allenare. Luciano e Alessandro Gaucci mi hanno inventato allenatore. E poi ho pensato ai miei maestri, che erano però maestri di un altro calcio: Bersellini, Vinicio, Marchesi».
Cosa voleva fare dopo aver giocato?
«Walter Sabatini era dirigente nel giro Gaucci e io avrei voluto cominciare con lui l’attività di scouting. E invece eccomi ad accumulare stress. Non ricordo chi ha detto che fare il tecnico è bello fino al sabato, poi c’è la domenica… E’ verissimo, io perdo dieci anni di vita».
Ha battuto il Milan a San Siro. Ci prova a fare la seconda vittoria in trasferta in un grande stadio?
«Provare ci proviamo sì. Servirà un’altra partita perfetta».