Il 100° goal di Doni con l'Atalanta: la consacrazione del capitano
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Il 100° goal di Cristiano Doni con l’Atalanta: la consacrazione del capitano nerazzurro

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La centesima rete di Cristiano Doni con la maglia dell’Atalanta: doppietta contro la Lazio nel 2010 e festa con i tifosi nerazzurri

100. Un numero che, in termini di goal, è molto difficile da raggiungere: obiettivo raggiunto soltanto da quei fuoriclasse in grado di far cambiare non solo la loro carriera, ma anche la storia di una squadra. All’Atalanta questo numero è stato ad oggi raggiunto soltanto da un solo calciatore: Cristiano Doni. Traguardo arrivato

Stagione 2009-2010. Dopo le dimissioni di Antonio Conte, l’Atalanta è in una situazione abbastanza delicata: squadra senza gioco, zona retrocessione e società in serie difficoltà. Nonostante ciò c’è ancora un giro di boa da giocare per sperare nella salvezza, e allora il presidente Alessandro Ruggeri decise di richiamare in panchina Bortolo Mutti, che con i nerazzurri aveva sia giocato che allenato (nella stagione 1998/1999 in Serie B).

Il debutto arriva il 17 gennaio 2010 contro la Lazio tra le mura amiche, in un match che vede non solo i nerazzurri giocare una delle più belle partite della stagione, ma anche di assistere, appunto, alla consacrazione statistica di Cristiano Doni.

Al 5′ minuto su una punizione il capitano colpisce di testa postando in vantaggio la Dea (facendosi anche ammonire per aver tolto la bandierina del calcio d’angolo), ma è la seconda marcatura a trasformare il campione in leggenda, con Cristiano che raggiunge quota 100 gol con la maglia dell’Atalanta. Memorabile il commento di Elio Corbani arrivando anche citare l’ex tecnico Conte: «Un goal fantastico di Doni: rimettiamolo in panchina! Non facciamolo giocare, perché dobbiamo giocare come diceva qualcuno».

A chiudere le danze ai danni di una Lazio impacciata, ci pensa Padoin con un destro telecomandato (su assist dello stesso Cristiano). L’inizio di quella che si poteva pensare ad una rimonta concreta verso la salvezza, ma al di là di quello che sarebbe accaduto nel bene e nel male, dall’altra c’è stata la consacrazione di un campione.