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Ecco perché è giusto applaudire e non fischiare Leonardo Bonucci

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Il difensore del Milan sarà il grande ex della gara con la Juventus. Come lo accoglierà lo Stadium? Secondo noi è giusto non fischiare il numero 19

Fischi, applausi di riconoscenza o addirittura indifferenza? E’ questo il dilemma al quale saranno sottoposti questa sera i tifosi della Juventus presenti all’Allianz Stadium. I bianconeri sfideranno il Milan e a guidare i rossoneri, al centro della difesa, ci sarà Leonardo Bonucci. Il difensore in estate è andato via a sorpresa, firmando per i rossoneri. Lo stesso Max Allegri, in conferenza stampa, si è detto sorpreso dall’addio del forte difensore centrale ormai ex Juventus.

Come reagirà la tifoseria bianconera? Noi non siamo nessuno ma ci teniamo a dire la nostra. Leonardo Bonucci ha indossato la maglia della Juventus dal 2010 al 2017 dando tanto e ricevendo tanto dalla Vecchia Signora. Leo ha vinto sei Scudetti consecutivi con la Juventus (dal 2011-12 al 2016-17), e anche tre Coppe Italia consecutive (dal 2014-15 al 2016-17) e tre Supercoppe di Lega (2012, 2013 e 2015). Un palmares invidiabile sul quale c’è inciso a chiare lettere anche la firma del numero 19 bianconero. Il difensore ha faticato tantissimo nel suo primo anno alla Juve. I bianconeri lo ingaggiarono dal Bari, l’Inter prese Ranocchia. In molti credevano che il vero affare l’avesse fatto l’Inter ma Leo, dopo un primo anno di apprendistato, ha fatto ricredere tutti.

Bonucci con la maglia della Juventus ha collezionato 319 presenze e 19 gol. Quel numero 19 che aveva sulla maglia in bianconero, che ha conservato ora al Milan, e che è tornato spesso nella sua carriera. Il centrale ha onorato al meglio la maglia juventina, ha dato tutto, ed è andato via dopo la crisi del settimo anno. Il giocatore può essere criticato per i suoi atteggiamenti nell’ultimo anno (lite con Allegri contro il Palermo) ma la sua storia in bianconero non può essere discussa e non può essere cancellata da un addio. L’indifferenza sarebbe troppo brutta, non si augura nemmeno al peggior nemico. I fischi farebbero male, troppo. Gli applausi sarebbero il giusto riconoscimento a un campione che in 7 anni ha dato tanto, diventando uno dei difensori migliori al mondo. I calciatori sono dei professionisti, il calcio è cambiato e l’Italia deve crescere e cambiare mentalità. E’ giusto onorare al meglio quei 7 anni e non cancellarli del tutto. La storia va rispettata. Sciacquatevi la bocca prima di fischiarla.