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Buon compleanno a… Gavi

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Oggi il centrocampista del Barcellona, Gavi, compie 19 anni: nell’ultima stagione ha vinto il premio Golden Boy

Oggi Gavi compie 19 anni. Se fossimo in coloro che gli organizzano la festa, per dare rilevanza alla sua giovanissima età e a quanto ha già fatto nel calcio, invece delle candeline canoniche riguardanti il numero degli anni – troppo pochi, troppo facili da spegnere -, ne metteremmo una per ogni presenza fatta con il Barcellona dei grandi. Sono già 95, una quota che fa pensare che potrebbe andare a caccia di altri record che prodotti della cantera prima di lui hanno collezionato in carriera. Per fare un esempio più vicino, l’accostamento più naturale, il suo mister Xavi alla sua età aveva chiuso la sua prima stagione con 26 presenze e 2 gol ed è poi arrivato a chiudere con 767 partite giocate in blaugrana. Quanto alla camiseta roja, lui non l’aveva ancora indossata, mentre il ragazzino di oggi con la Spagna si è già fatto un bella raccolta di primati da wikipedia, a partire dall’essere stato il più giovane esordiente nella storia della nazionale, battendo un record che durava nientemeno che dal 1936 (e noi italiani abbiamo visto dal vivo il fatidico momento).

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Ha poi segnato il primo gol a 17 anni e 304 giorni, strappando il record ad Ansu Fati. Infine, ha chiuso questo percorso incredibile con la rete al Costa Rica nella prima partita in Qatar, terzo più giovane in assoluto, preceduto sul podio da Manuel Rosas e – sul gradino più alto di tutti – da un certo Edson Arantes do Nascimento, più conosciuto come Pelé. Peraltro, pur facendo la tara sulla facilità della gara chiusasi sul 7-0, dentro i discorsi inerenti al suo sfidare le leggi del tempo e misurarsi con campioni del passato, andrebbe sottolineata la bellezza scintillante della pura cronaca. Il gol al volo d’esterno d’estro in piena corsa sul cross di Morata va a baciare il palo con un senso della precisione davvero fuori dal comune: quella giocata ha le stimmate del fuoriclasse, la prova e riesce solo a uno che ha il calcio nel sangue. E non è la sola cosa bella fatta in partita, visto il dribbling ubriacante che nei minuti di recupero regala a Soler un pallone poi sprecato.

É chiaro che un giocatore così sarebbe il sogno di molti. Perché, oggettivamente, quando a 19 anni hai già fatto così tanto e così bene, è difficile pensare che tu non appartenga alla schiera dei predestinati. Che non significa quelli baciati dalla fortuna, come erroneamente spesso si finisce per sostenere. Riuscire ad emergere da minorenne significa avere la capacità di superare prove su prove, molte delle quali somigliano o sono dei veri e propri test d’ingresso, non li puoi fallire. Sarebbe stato bellissimo se tra i tanti volti nuovi che stanno dando alla campagna acquisti del Milan il carattere della rivoluzione ci sarebbe stato anche il suo, come si è ventilato qualche tempo fa.

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In realtà, è quasi impossibile immaginare lui e quelli come lui, cresciuti in casa, dislocati altrove, anche se oggi le regole della consuetudine sono fatte per saltare, bisogna attrezzarsi a un mondo che cambia a grande velocità. Anche se lui non dà segni di guardarsi intorno: «Sono tranquillo al Barcellona, lo sono anche i tifosi. Quando ero piccolo ho sempre voluto restare al Barça. Il Barcellona è il club dei miei sogni, lo dico sempre, ogni volta».
Qual è stata la gara capolavoro in questo biennio così già ricco di soddisfazioni.

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Per l’importanza della sfida e per avere regalato il meraviglioso sospetto che fosse l’atto di presentazione di una nuova generazione di campioni, la finale di Supercoppa vinta 3-1 sul Real Madrid in questo 2023. Il Golden Boy del 2022 – chi l’ha votato ci ha visto giusto – ha aperto la sfida con un sinistro a tu per tu con Courtiois, suggeritogli da un delizioso invito di Lewandowski. Ha restituito il favore al centravanti, mettendolo in condizione di battere a porta vuota. Ha fatto praticamente la stessa cosa con Pedri, sempre col suo magico sinistro. Un gol, due assist, un Clasico dal verdetto netto: un po’ come l’ultimo giocato in questo precampionato, un 3-0 dove, però, Gavi non c’era.