Buon compleanno a… Juan Mata
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Buon compleanno a… Juan Mata

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Buon compleanno a… Juan Mata! Il fantasista spagnolo, in prestito al Galatasaray, compie quest’oggi 35 anni

Oggi Juan Mata compie 35 anni. É in prestito al Galatasaray, il Manchester United non aveva più posto per un talento un po’ arrugginito come il suo. E nel club turco, l’ultimo periodo dello spagnolo non è stato tra i più brillanti. Novanta minuti non li ha mai giocati. Titolare nella formazione di partenza lo è stato solo in 3 occasioni. Il più delle volte subentra a gara iniziata e nell’ultima gara contro il Karagumruk il tecnico Okan Buruk lo ha mandato in campo a dare il cambio a Sergio Oliveira al novantesimo minuto. Non è il massimo della vita professionale. Anche se la probabile vittoria del titolo sarà un ulteriore attestato di merito in un percorso che lo ha visto vincere competizioni con tutti i club con i quali ha giocato. E costituirà persino la rottura di un tabù, visto che con Valencia, Chelsea e Manchester United ha vissito la paradossale situazione di collezionare coppa nazionali e internazionali, senza però mai centrare il successo in un campionato. Talvolta, i finali di carriera – se così sarà – a questo servono, a completare un puzzle con la tessera mancante.
La squadra di Zaniolo e Icardi ha un vantaggio di 6 punti sul Fenerbahce e 8 sul Besiktas: se andrà così, lo spagnolo di Burgos potrà certamente inorgoglirsi per l’ultima grande giornata vissuta da protagonista. Risale a poco più di 3 mesi fa, il Galatasaray ospita l’Hatayspor e lo travolge con 4 reti, metà delle quali segnate da Mata. Il primo gol lo realizza di testa: schiaccia un pallone che passa accanto al portiere in caduta, spiazzato irrimediabilmente. Juan è totalmente da solo, si capisce da questi particolari che il giocatore – numero 64 sulle spalle – ha capito perfettamente che il cross di Dubois andrà a finire esattamente dove lui si è piazzata. É significativa la sua esultanza: se ne va da solo verso un lato del campo, vuole assaporarsi tutta la gioia, poi si gira e all’indirizzo dei compagni ha quasi un’esplosione, si capisce che dentro di sé ha un’energia da sprigionare. Passano solo due minuti e Icardi tira, Kardesler para ma non interviene e l’ex United arriva comodo comodo per mettere il pallone nella porta vuota. A ribadire che lui, strana creatura a metà tra «esterno o mezzapunta» già quando era giovanissimo – secondo sua intervista al El Pais – è stato anche un goleador. A dispetto dell’ultimo periodo inglese, con quell’umiliante zero nella tabella dei gol segnati nel 2021-22, lui che ha trascorso ben 8 stagioni in doppia cifra, con il primato personale di 20 reti col Chelsea del 2012-13, quando era campione d’Europa in carica col club e con la nazionale del suo Paese. Dove, noi lo sappiamo bene, con un tocco a porta vuota su assist di Torres, timbrò il 4-0 della finale tra Spagna e Italia, dimostrazione estrema in quel momento della differenza di valori tra una rappresentativa epocale e un’altra che era riuscita ad andare oltre i limiti.
In questi anni, più volte si è parlato di trasferire la sua sapienza calcistica nel nostro Paese. Mata è stata un’idea di mercato in varie circostanze. A elencarle si può anche praticare il gioco del tutto virtuale delle ipotesi, ovvero immaginare cosa avrebbe potuto apportare di suo nelle squadre che lo stavano cercando.
Nel 2021, in Inghilterra, scrissero di 3 club pronti ad accoglierlo: Juventus, Inter e Roma.

Un anno fa sembrava che sul giocatore del Manchester United si giocasse un derby di Milano e oggi magari servirebbe anche solo nello spogliatoio uno che sa cosa significhi vincere la Champions.

Così se lo sarebbe ritrovato in nerazzurro Simone Inzaghi, che era interessato a lui quando ancora guidava la Lazio.
Jose Mourinho, che lo ha allenato in due squadre diverse, al Chelsea non ci andò troppo d’accordo, ma una volta approdato al Manchester United disse che quello per Mata era «il suo habitat naturale».Chissà se Juan oggi prova nostalgia, rabbia o indifferenza nei confronti della sua vita precedente, lui che l’aveva salutata definendosi «un ‘mancuniano’ adottato» che si era sentito speciale, molto amato».