2014
Buona la prima ma nessuno sconto
Italia a Conte? Giusto così. Ma la strada di Tavecchio non è ancora iniziata
ITALIA NAZIONALE CONTE TAVECCHIO FIGC – Il giorno di Antonio Conte. Può essere oggi il giorno di Antonio Conte nuovo commissario tecnico della nazionale italiana appena umiliata da Brasile 2014: seconda e consecutiva eliminazione alla fase a gironi, un’onta infamante per quella che è a tutti gli effetti (dopo il Brasile ed alla pari della Germania) la seconda nazionale più titolata a livello mondiale.
LA FORMULA – Un contratto innovativo. Ideato da chi di innovativo – almeno sulla carta – non dovrebbe avere nulla: l’emolumento corrisposto ad Antonio Conte (mancano accordi definitivi e firme) si dividerà in due parti, la prima percepita dalla Figc (stessa quota riconosciuta all’ex ct Cesare Prandelli) e la seconda dagli sponsor. In questo caso sarà la Puma a caricarsi della differenza tra quanto sborsato dalla federazione e le richieste del tecnico, alla nota azienda sportiva in cambio la gestione dei diritti d’immagine di Antonio Conte: destinato dunque a diventare uomo copertina della multinazionale tedesca che fa da sponsor tecnico (tra le altre) alla nazionale italiana. Conte come Usain Bolt? Non propriamente. Ma la corsa sta per iniziare grazie ad una formula nuova la cui esistenza permette di arrivare ad un accordo e dunque ad una situazione in essere difficilmente prevedibile fino a qualche giorno fa.
SI RIPARTE DA CONTE – Ho già avuto modo di esplicare il mio pensiero sulla vicenda Conte-Juventus: l’opinione su modalità e svolgimento dei fatti non è positiva ma ora si guarda avanti. Si deve guardare avanti voltando pagina e concentrandosi sugli effetti che tale scelta può avere sul destino della nostra bistrattata nazionale: è Conte l’uomo giusto? Può esserlo per le sue indubitabili capacità. Nel suo mestiere è uno dei più bravi e può confermarsi alla guida dell’Italia: ripartire da condizioni disastrose sembra essere il suo forte – prese in mano una Juventus reduce da due settimi posti consecutivi fino a portarla immediatamente in vetta e poi confermare quanto di eccellente realizzato con tre scudetti consecutivi, disarmante la superiorità inscenata nell’ultima stagione – e può ripetere il copione. L’aspetto motivazionale è il suo principale punto a favore, carica il gruppo come pochi ed ora può agire sulla fame di chi si sente ferito dai recenti fallimenti: se nell’epilogo della sua storia con la Juventus ha pensato più all’interesse personale che a quello collettivo è altamente probabile che tra qualche anno la storia si ripresenterà ma ora guardiamo al presente, lì dove è giusto ripartire dal miglior attuale allenatore italiano. Carlo Ancelotti è fuori classifica, s’intende.
MA NESSUNO SPECCHIO PER ALLODOLE – Buona la prima, giusto riconoscerlo, ma nessuno sconto: la strada da percorrere non è neanche iniziata. Da rintracciare e porre in essere tutte le misure possibili atte a rilanciare il movimento calcistico italiano: riformulare l’attribuzione dei diritti tv, riformare alla base i settori giovanili ed il raccordo con le prime squadre, rilanciare l’appetibilità e dunque la forza attrattiva del nostro prodotto. Il campionato italiano ha bisogno di regole tangibili entro le quali muoversi, probabilmente di facilitazioni dato il particolare movimento: difficile ottenere sconti sulle tassazioni ma ci si può muovere per l’abolizione dell’Irap, agevolazioni sulla costruzione di nuove ed efficienti infrastrutture, rapporti semplificati con i vertici federali (pochi e riconoscibili intermediari), ulteriori risorse economiche provenienti da diverse trattazioni di brand e format di campionati. Sullo sfondo la delicatissima vicenda della sicurezza negli stadi ma non tocca a noi tracciare la via: spetta a chi in una situuazione così complessa si è ritenuto all’altezza di assumersi la responsabilità, al nuovo presidente della Figc, Carlo Tavecchio, che seguiremo passo passo. In pressing, la partita in gioco è vitale.