Cagliari: allenatore nuovo, vita nuova - Calcio News 24
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2012

Cagliari: allenatore nuovo, vita nuova

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Ficcadenti archiviato e città in festa quasi come se fosse stata debellata una lunga e sofferta pestilenza. Alla fine il tecnico di Fermo ha deciso di interrompere la propria esperienza in rossoblù dopo la brutta partenza in campionato (che forse i tre probabili punti contro la Roma avrebbero reso meno amara) accordandosi, tra brave persone, con il presidente Massimo Cellino. Bilancio tuttavia accettabile nel complesso, alla luce della salvezza conquistata nella scorsa stagione, che in molti continueranno a non riconoscergli chissà perché.

Tuttavia, visto l’alone di astio e quasi odio che si era creato intorno all’ex allenatore del Cesena, è stata probabilmente la decisione migliore quella di porre fine alla sua avventura in Sardegna. Le condizioni di una turbolenta convivenza si erano avvertite già durante il ritiro estivo, e i soli due punti ottenuti sul campo nelle prime sei giornate hanno poi fatto il resto, facendo finire sul patibolo l’ormai ex allenatore rossoblù. Pochi sentiranno la sua mancanza, e pochi saranno coloro i quali si renderanno conto che forse con le critiche nei suoi confronti si è un pochino esagerato. Dai giusti appunti sui cambi tardivi e sulla mancanza di carattere della squadra, si è poi scivolati su una caccia all’uomo che lo ha visto l’unico imputato della scialba partenza in campionato.

Ora che la peste è passata, ecco il gran “ritorno” di Diego Lopez, la cui promozione alla guida della prima squadra rischia di ribaltare completamente i sentimenti della tifoseria. L’ex numero 6 ha scritto pagine significative nella storia del Cagliari, divenendone con i tanti anni passati nell’isola prima un apprezzato difensore, poi un beniamino e infine una bandiera, insieme a Daniele Conti, a cui ha ceduto la fascia di capitano una volta appesi gli scarpini al chiodo al termine di lungo periodo denso di soddisfazioni che lo vide anche segnare due gol importantissimi. Uno al Sant’Elia contro la Roma, dando il via alla rimonta poi concretizzata proprio dal centrocampista romano; l’altro a Napoli, in un match, conclusosi ugualmente sul 2-2, e sempre chiosato dalla rete di quello che da queste parti è molto più che il figlio di Bruno Conti. Momenti difficili da dimenticare. E lui c’era, da protagonista.

Seppur ufficialmente risulti un “vice”, sarebbe stata solo una questione di pochi anni vedere El Jefe sulla panchina rossoblù, ma nessuno si aspettava che i tempi si restringessero a tal punto. Di certo, la rosa che avrà a disposizione, a partire dai suoi ex compagni, non vedranno l’ora di mettersi ai suoi ordini e a quelli di Ivo Pulga (che lo affiancherà perché provvisto del patentino di prima categoria), dopo aver fatto i conti con allenatori notoriamente non graditi allo zoccolo duro del collettivo.

All’ex nazionale uruguaiano e all’ex mediano spetterà rimettere insieme i cocci di una squadra capace di proporsi ma non di concretizzare, talvolta nemmeno rendendosi granché pericolosa nonostante il possesso palla nettamente a favore. Sicuramente gli attaccanti dovranno svegliarsi e regalargli quelle soddisfazioni che a Ficcadenti stavano negando, così come Astori, il cui apporto deve tornare decisivo come quello di un tempo.