Cairo: «Rinnovi? Ventura, Maksimovic e Glik» - Calcio News 24
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2015

Cairo: «Rinnovi? Ventura, Maksimovic e Glik»

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cairo torino agosto 2015 ifa

E sull’interesse del Napoli per il serbo: «No a 18 miloni»

«Emozionanti», usa una sola parola Urbano Cairo per descrivere i suoi primi dieci anni di Torino. Il presidente resta legato ad ogni giornata granata: ha rivelato, infatti, di prendere appunti ogni giorno su un diario, che in futuro rileggerà per rivivere il suo cammino alla guida del Torino. Il club granata gli ha cambiato la vita, ma a Cairo non è andata giù la definizione di “braccino”: «E’ vero che avevo ceduto due giocatori importanti come Cerci e Immobile, ma è altrettanto vero che ne avevo comprati altri, cito Quagliarella e Bruno Peres, e che stavo cercando di agire con intelligenza. E’ finita la stagione di Cairo che approdava disperato all’ultimo giorno di mercato e si riduceva a pagare caro ciò che non andava bene alla squadra. E poi, facendo la differenza tra le ultime due campagne di trasferimento ci avevo rimesso 10 milioni», ha dichiarato a Tuttusport, rivelando poi di percepire ora un atteggiamento diverso.

MERCATO – Quello del Torino è stato un mercato basato sui giovani. Una campagna acquisti programmata, che ha evitato ai dirigenti le ansie dell’ultimo giorno di contrattazioni: «Non ho neppure messo piede all’Athahotel, l’acquisto di Prcic lo abbiamo effettuato via mail. E’ giovane, vedremo cosa saprà combinare». Non si sbilancia, invece, Cairo sulla classifica, ma sul vantaggio di sei punti sulla Juventus: «Un bell’effetto. Non era mai successo sotto la mia presidenza, spero che duri. E qui mi fermo». Invece, sui rinnovi: «Con Ventura è nella natura delle cose, volevamo solo dare inizio alla stagione. Subito dopo a discutere di presente e di futuro con Glik e Maksimovic». Niente da fare per Aurelio De Laurentiis, che ha provato a prendere il difensore serbo: «Era arrivato a 18 milioni. Non bastavano. E poi era mia intenzione dare un bel segnale ai nostri tifosi».

PROGETTI E ERRORI – Cairo lavora in ottica futura, per questo lavora allo sviluppo del settore giovanile granata: «Il mio obiettivo è di riformare una cantera che produca giocatori per la prima squadra. Sono felicissimo per lo scudetto conquistato dalla Primavera, ma l’obiettivo deve essere sotto un certo aspetto superiore e più ambizioso». Ma Cairo è consapevole di aver commesso anche degli errori in questi 10 anni. In particolare si concentra sul post-promozione: «In 9 mesi e 9 giorni sono salito in serie A. Ho pensato di possedere la dote dell’infallibilità, di essere Re Mida. E ho cominciato a fare cose strampalate, come licenziare De Biasi prima che cominciasse il campionato. De Biasi che ho ripreso, rimandato via, ri-ripreso: anzi, approfitto dell’occasione per scusarmi con lui. Tornando a me, pensavo di aver capito tutto del calcio, ero fuori controllo. Invece il calcio è difficile». La stabilità è arrivata con il direttore sportivo Gianluca Petrachi e l’allenatore Giampiero Ventura.

CURIOSITA’ – Cairo, che ha ventilato nel 2010 la volontà di vendere il Torino se avesse trovato una persona più brava e con più soldi («Tesoro non possedeva queste caratteristiche») ha svelato poi alcune curiosità. Dai giocatori a cui e più legato: «Cerci, perché avevamo un rapporto speciale. E Darmian, un ragazzo serio e giusto. Le cito anche Ogbonna». Il patron del Torino, che ha garantito almeno altri cinque anni di presidenza, ha parlato poi del sogno scudetto: «Dal 2001 in poi lo hanno conquistato solo Juventus, Inter e Milan. Negli anni Ottanta, invece, anche Sampdoria, Napoli, Verona e Roma. A stravolgere gli equilibri sono stati i diritti tv, l’elemento economico è determinante: il Torino fattura 60 milioni, la Juventus 350».