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2013

Calcioscommesse, richieste Palazzi: le reazioni di Lazio, Genoa e Lecce

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CALCIOSCOMMESSE LAZIO GENOA LECCE MAURI – Le richieste del Procuratore federale Stefano Palazzi in merito al filone cremonese dell’inchiesta sul calcioscommesse sono ormai note: «Per la Lazio 6 punti di penalizzazione e 20.000 euro di ammenda per responsabilità oggettiva, derivante dai comportamenti imputati a uno dei suoi giocatori più rappresentativi, Stefano Mauri. Per il capitano sono stati chiesti 4 anni e 6 mesi di squalifica. Solo un po’ meglio va al Genoa, che per ora sa che Palazzi vorrebbe 3 punti di penalizzazione. Gli stessi che sono stati chiesti per il Lecce, che gioca in prima divisione di Lega Pro. E poi, sempre con Lazio-Genoa (il 4-2 del 14 maggio 2011) e Lecce-Lazio (finita 2-4 il 22 dello stesso mese e dello stesso anno) al centro della discussione come fulcro degli illeciti contestati, richieste di 3 anni e 6 mesi per Milanetto (che in pratica ha già appeso gli scarpini al chiodo un anno fa), Benassi, Ferrario e Rosati. Ancora: 2 anni all’ormai ex calciatore Zamperini, un anno a Mario Cassano. Una sola richiesta di patteggiamento, l’unica posizione che aveva interesse a farlo: il pentito Carlo Gervasoni, 2 mesi di squalifica, in continuazione agli oltre 8 anni già ricevuti», sintetizza stamane il “Corriere dello Sport”, che ha riportato le reazioni delle parti tirate in ballo.

Milanetto, ex centrocampista del Genoa: «Ho dedicato vent’anni della mia vita a questo sport, l’ho amato e sono d’accordo col procuratore federale quando dice che è una tristezza vederlo ridotto così. Mi sono messo a disposizione della giustizia, sono convinto della mia innocenza e voglio ringraziarvi di quello che farete. Combatto con questa spada di Damocle da due anni ormai, dico grazie anche a Palazzi, che sta lottando per pulire questo mondo. Ma io riuscirò a dimostrare la mia estraneità. Non credo di meritarmi un’ombra del genere dopo vent’anni dedicati al calcio con passione assoluta» . Poi l’ex portiere del Lecce, che si commuove: «E’ una vicenda che mi ha fatto e che mi fa molto male. Ho saputo di questa storia in un modo orribile, leggendo di questo mio presunto coinvolgimento su un sito internet. Lecce-Lazio era il più bel giorno della mia carriera, esordivo in serie A a 29 anni. E ora vivo questo incubo per una persona che neanche conosco. Chi ha fatto uscire il mio nome me la pagherà».

Mattia Grassani, avvocato di Milanetto: «Non ci sono prove ma congetture, mentre noi abbiamo portato prove inconfuatbili come le dichiarazioni dei giocatori del Genoa. Come pensate che sia possibile poi che nell’albergo dove si stava svolgendo la riunione tecnica della squadra prima della partita, un giocatore come Milanetto – non un Primavera ma un titolare – potesse assentarsi per andare al bagno e prendere parte a questo incontro?».

Maurizio Macia, legale del Genoa e di Milanetto: «Alla luce di tutto quello che abbiamo sentito, mi sento di poter parlare di degrado probatorio. Si tratta quasi di una disperazione probatoria, non credo si sia raggiunto il minimo elemento nemmeno argomentativo, al confronto delle testimonianze scritte dei tesserati. Che diventano credibili dalla sanzione che ne potrebbe scaturire nel caso in cui si rivelassero false. Milanetto deve avere contro delle prove prima di essere costretto a proporre delle controprove».

Antonio Tesoro, amministratore delegato del Lecce: «Ci troviamo a gestire situazioni relative ad un periodo estraneo alla nostra gestione, ma sinceramente ora è troppo, anche perché non credo che agli atti vi siano elementi tali da supportare una richiesta così pesante per la società e per i giocatori». Assicura che è solito misurare le parole, ma stavolta non esita a parlare di una sorta di «accanimento perché costringerci a partire con tre punti di penalizzazione dopo tutto quello che abbiamo passato, mi sembra troppo. Su Benassi, a quanto mi risulta, non c’è uno straccio di prova. Comunque, abbiamo fiducia nei giudici. Ci batteremo sino all’ultimo grado di giudizio stiamo allestendo un’ottima squadra, vogliamo solo poter competere con le avversarie in condizioni di parità».

Moriero, allenatore del Lecce: «Ho già provato questa amara esperienza l’anno scorso quando sono stato costretto a partire col Grosseto penalizzato. Sarebbe una beffa, lo sarebbe per la società che sta facendo di tutto per allestire una squadra competitiva, per i giocatori e per i tifosi».

Gian Michele Gentile, legale della Lazio: «Trovo le richieste di Palazzi straordinariamente severe in riferimento al materiale probatorio, mi ha dato la sensazione che si tratti di una grossa forzatura. Le richieste sono state avanzate, ne prendiamo atto, ci difenderemo. Tutte le difese, non solo quella di Mauri, hanno discusso la credibilità di Gervasoni. Secondo il procuratore federale quei contatti telefonici sarebbero la prova e la conferma di una combine. Non è così e cercheremo di sostenere le nostre tesi. Ha usato la mano pesantissima nei confronti delle società e di tutti i tesserati, a partire da Mauri. Può darsi che la fragilità del materiale acquisito abbia portato Palazzi a chiedere pene più severe per controbilanciare la mancanza di prove. Le sanzioni ipotizzate? Rispetto a Gervasoni che patteggia non c’è proporzione».

Amilcare Buceti, uno dei legari di Mauri: «È una richiesta assolutamente afflittiva che noi giudichiamo fondata su presupposti insussistenti che rientrano in quel disegno, in quell’accanimento nei confronti del nostro giocatore e capitano che non ha giustificazione. Lo sviluppo degli argomenti del procuratore era ampiamente prevedibile. Non possiamo non constatare che la procura federale abbia avuto bisogno di tre proroghe per confezionare il deferimento».