2013
Come cambia il Genoa: è la solita rivoluzione ma non mancano i valori
Risorse in difesa e a centrocampo, l’attacco sembra dipendere troppo dalle prestazioni di Gilardino
Avvio di stagione complesso per il Grifone: subito due sconfitte nelle gare d’esordio del nuovo campionato con la panchina di Liverani – a sorpresa scelto dal presidente Enrico Preziosi per rilanciare le ambizioni rossoblu – già in bilico. Ecco un’analisi inerente al nuovo Genoa: è il solito viavai di acquisti e cessioni, di seguito i punti di forza e le debolezze dell’organico.
LODI FARO DEL GIOCO – E’ arrivato il regista, e che regista: Francesco Lodi, dopo le ottime stagioni vissute in Sicilia con la maglia del Catania, è pronto a conquistare il Genoa. Sapienza in regia e balistica da top player, la visione di gioco di Lodi è abbinata ai muscoli dei vari Kucka, Cofie, Matuzalem e Biondini: tra questi è proprio il centrocampista slovacco ad essere certo di un posto da titolare grazie a caratteristiche più complete dei suoi compagni di reparto, essenzialmente in termini di dinamismo. Dalle prime uscite ufficiali il giocattolo sembra ancora (troppo) in fase di definizione: work in progress nel mezzo, le due sconfitte subite da Inter e Fiorentina in campionato – che considerando le avversarie ci possono stare – e quella ai calci di rigore dallo Spezia (che ci sta di meno) non hanno certo agevolato la ricerca di fiducia e consapevolezza nei propri mezzi.
ESPERIENZA IN DIFESA – I pilastri centrali sono Portanova e Manfredini, ex capitani di Bologna ed Atalanta e pedine di rendimento piuttosto affidabile: è arrivato anche Gamberini – in luogo della pesante cessione di Granqvist – per offrire ulteriori alternative a Fabio Liverani. Che non sembra affatto scoperto sulle corsie laterali: Antonelli e i neoarrivi Antonini, Marchese (squalificato fino al 15 ottobre) e Vrsaljko assicurano spinta e cross, meno solidi forse in fase difensiva ma ad ogni modo rappresentano esterni di discreto valore tecnico ed atletico. Piuttosto interessante l’approdo di Sime Vrsaljko: classe 1992 ed acquistato dalla Dinamo Zagabria per quattro milioni di euro, è il più giovane esordiente della storia della nazionale di calcio croata, ha grande facilità nella corsa e può diventare una delle sorprese del campionato italiano. Qualche problema tra i pali: dopo i buoni numeri mostrati nella scorsa stagione Perin non ha convinto nelle prime battute attuali.
IN ATTACCO MANCA QUALCOSA – Nel senso che sembra dipendere tutto (troppo) dalla verve realizzativa di Alberto Gilardino: in procinto di lasciare il club negli ultimi istanti della sessione estiva di calciomercato, l’attaccante è rimasto in quel di Genova ed è la punta di riferimento del grifone. Motivato: alle porte l’ultimo potenziale campionato mondiale della sua carriera e Gilardino farà di tutto per arrivarci e dunque meritarsi la convocazione di Cesare Prandelli. Il Genoa si augura di sfruttare la sua buona vena perché alle spalle del Gila non sembrano esserci alternative di livello assoluto: gli ultimi battiti di mercato hanno portato in Liguria Stoian, Calaiò e Fetfatzidis, che vanno a completare un reparto già composto da Bertolacci, Santana e Moussa Konatè. L’allenatore sembra prediligere – almeno nelle battute iniziali – il ricorso ad un’unica punta di ruolo sostenuta dal moto di due mezzali dinamiche: in tal senso sembra mancare un po’ di velocità ed inventiva. Analisi da parametrare in funzione agli obiettivi: se il target è la salvezza non dovrebbero esserci problemi, se si vuole andare oltre la squadra ha qualche carenza ma può lavorare per superare i suoi limiti. Alle porte il derby della Lanterna: già una partita chiave per il futuro di Fabio Liverani. Una vittoria cancellerebbe di colpo l’avvio choc, una sconfitta aprirebbe le porte della crisi.