2013
Come cambia lInter: un uomo solo al comando!
E’ partita l’era Mazzarri: tutti gli elementi per rilanciare le ambizioni nerazzurre
La svolta tanto attesa è già arrivata: impensabile per l’Inter proseguire con Andrea Stramaccioni – alle responsabilità personali vanno sommate contingenze negative che di fatto ne hanno impedito la riconferma – ed assolutamente consigliabile virare su un profilo del calibro di Walter Mazzarri. Ecco tutte le ragioni per cui la scelta ricaduta sul tecnico toscano potrà rivelarsi quella giusta.
MENTALITA’ – E’ vero, si è detto tante volte che Mazzarri è un ottimo allenatore fino ad un determinato livello ma che, al momento del definitivo salto di qualità, non abbia lo spessore caratteriale per sostenere la pressione che deriva dall’obbligo di vincere: ammesso che sia vero e senza entrare nel merito di tale opinabile circostanza, resta la certezza per la quale l’allenatore di San Vincenzo ad un determinato livello ti ci porta. Con le buone o le cattive – dove per cattive si vuole intendere una serie di scelte essenzialmente penalizzanti per i giovani talenti – Walter Mazzarri ha dimostrato di saper tirare fuori il meglio da un gruppo, valorizzare oltre il reale livello e confermare una squadra su un rendimento decisamente elevato. Anche nel corso del tempo, come accaduto nelle quattro stagioni al timone del Napoli: squadra che, se oggi pensa in grande grazie all’approdo di un allenatore vincente quale Rafa Benitez, deve sicuramente qualcosa all’ineccepibile lavoro della sua ex guida tecnica.
TATTICA – Uno specialista: il suo sarà prettamente un gioco che si nutre di pressing e ripartenze ma funziona. E funziona bene. Massa nel mezzo, sia con i tre difensori centrali che con i tre centrocampisti di ruolo nella fetta cruciale del campo, e sfruttamento totale delle corsie laterali con gli esterni che sono chiamati agli straordinari: l’emblema del nuovo corso nerazzurro è Jonathan, giocatore indecifrabile nella passata stagione, sul piede di partenza in estate e rigenerato dalla cura Mazzarri. Un interprete eccezionale del proverbio “fare di necessità virtù”: il tecnico avrebbe desiderato l’approdo di un esterno che offrisse maggiori garanzie tecniche, non è arrivato – l’Inter ha speso tanto ma male in relazione alle esigenze di Mazzarri, vedi gli acquisti di Icardi, Belfodil, Wallace o Taider e non ad esempio di un profilo alla Isla – ma l’allenatore non si è strappato i capelli, ha lavorato con le disponibilità d’organico facendo appunto di necessità virtù.
LA “SETTIMANA TIPO” – Così la chiamava ai tempi di Napoli ed è proprio questo che ritrova nel suo anno di battesimo in nerazzurro: l’Inter, dopo la scellerata stagione appena trascorsa, non disputerà le coppe europee e per Mazzarri – con un organico valido ma comunque attualmente limitato – questo è un toccasana. Anche e soprattutto perché – inutile nasconderlo – se l’ex allenatore partenopeo ha un limite, questo va proprio ricercato nelle difficoltà di gestione del doppio fronte campionato-coppa: sistematicamente quando il Napoli ha brillato in campionato ha fallito nelle coppe e viceversa se ha sfondato in Europa ed in Coppa Italia ha poi subito il ridimensionamento degli obiettivi nel panorama nazionale. L’Inter dunque può esaltarsi: calciatori quali Campagnaro, Ranocchia, Guarin, Palacio ed il rientrante Milito possono rappresentare l’ossatura di questa squadra e permettere ai giovani di crescere con costanza e tranquillità. Mentre Mazzarri ha già plasmato la sua creatura, che non molla nulla ed è pronta a sorprendere tutti.