2013
Come cambia la Lazio: mancano i gol ed ora se ne prendono troppi
Centrocampo punto di forza ma potrebbe non bastare: c’è tanto lavoro per Petkovic
Non cambia. O meglio la Lazio cambia troppo poco per compensare i difetti emersi nella scorsa stagione, un’annata che ha sì evidenziato un centrocampo di primissimo rilievo ma non ha celato i limiti di una difesa a tratti inconsistente – e salvata soltanto da un super Marchetti – e di un attacco che non ha le risorse a disposizione per dare il cambio a Miroslav Klose.
IN DIFESA NON BASTA NOVARETTI – Nel girone di ritorno del campionato appena passato agli annali la fase difensiva nel suo complesso non è apparsa solida come invece era risultata nelle prime battute: il pacchetto centrale della Lazio può vantare difensori esperti ma non più giovanissimi e il reparto andava adeguato con innesti di forze fresche e pronte per una competizione tanto complessa quale la massima serie italiana. Non può bastare – stando almeno alle prime impressioni della nuova stagione – il solo Diego Novaretti: manca velocità e potenza in marcatura, la Lazio ha subito ben otto gol dalla Juventus nelle sfide di Supercoppa e campionato palesando problemi di equilibrio decisamente marcati. Più compatta la rosa sugli esterni, ma l’infortunio di Radu – out due mesi per un infortunio al ginocchio – complica ulteriormente i piani di Vladimir Petkovic.
E MANCA QUALCOSA ANCHE IN ATTACCO – A dire il vero più di qualcosa: la Lazio scende in campo con un unico riferimento offensivo ma la carta d’identità dell’ottimo Klose si fa sempre più penalizzante – classe 1978 – e risorse alternative non avrebbero nuociuto alla causa biancoceleste. Da qui l’idea: il grande colpo Burak Yilmaz, il cannoniere di peso e qualità che manca all’economia della Lazio. Trattativa restata in vita fino agli ultimi battiti della sessione estiva di calciomercato ma non sbocciata e gli acquisti già messi a segno dal presidente Claudio Lotito – Brayan Perea e, da trequartista Felipe Anderson – sono tuttora scommesse da valutare. Ceduto anche Kozak la squadra di Petkovic ha ulteriormente perso peso in attacco e tutto il suo settore offensivo – considerando anche l’impegno europeo – potrebbe risentire della carenza di alternative di primo livello.
IL PUNTO DI FORZA: UN CENTROCAMPO SUPER – Nella mediana biancoceleste non manca nulla: i muscoli e la regia di interpreti quali Ledesma e il neoarrivo Lucas Biglia (titolare della nazionale argentina), la corsa di Gonzalez ed Onazi, l’eccellente dinamismo di attori del calibro di Lulic, Candreva ed all’occorrenza quell’Ederson in cerca di riscatto, il tutto sublimato da qualità, talento e gol del faro Hernanes. Dunque densità al centro del campo: il tecnico svizzero, ben cosciente di qualità e difetti del suo organico, punta in modo sostanzioso sul suo reparto forte e conferma un 4-5-1 che dovrebbe garantire allo stesso tempo solidità ed efficacia offensiva. Il vero punto debole dello scorso campionato: soltanto 51 le reti messe a segno, dato poco confortante se paragonato a quello di Napoli (73), Fiorentina (72), Juventus (71), Roma (71) e Milan (67). E’ su tale aspetto che dovrà concentrarsi il lavoro di Petkovic che però, dopo le prime uscite ufficiali della stagione, deve anche equilibrare una fase difensiva decisamente lacunosa. C’è da tanto da lavorare a Formello per evitare il ridimensionamento degli obiettivi.