Conferenza stampa Totti integrale: «Mi sono dimesso. Ecco perché»
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Conferenza stampa Totti: «Ho dato le mie dimissioni. Vi spiego il motivo» – VIDEO

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Conferenza stampa Totti integrale: l’ex capitano giallorosso dice addio alla Roma. Le ultime dichiarazioni davanti ai giornalisti al Coni

È arrivato il momento dell’addio di Francesco Totti alla Roma. L’ex capitano giallorosso e le strade del club capitolino si separano al termine di una stagione travagliata sotto vari punti di vista.

Come annunciato dallo stesso Totti la conferenza stampa si tiene oggi lunedì 17 giugno alle 14 presso il Coni. Qui su Calcio News 24 seguiamo in diretta le dichiarazioni dell’ormai ex dirigente giallorosso.

Tra pochi minuti inizierà la conferenza stampa per l’addio di Francesco Totti alla Roma. Presenti Candela e Aquilani. La conferenza sarà moderata da Paolo Condò.

Prende parola Francesco Totti: «Ringrazio il presidente Giovanni Malagò per avermi dato questa possibilità di parlare quest’oggi. Nei giorni scorsi ho mandato una mail al CEO della Roma dove scrivo un po’ di frasi. In questa mail ho scritto “ho dato le mie dimissioni”».

«Non ho mai avuto la possibilità di lavorare sull’area tecnica con la RomaDi chi è stata la colpa? Non è stata colpa mia perché non ho mai avuto la possibilità di esprimermi. Non mi hanno mai coinvolto all’interno di un progetto tecnico. Non ci siamo mai trovati e aiutati l’uno con l’altro. Sapevano le mie intenzioni e la mia voglia di dare tanto a questa società. Ma loro non hanno mai voluto. Mi tiro fuori da tutto». 

«Cosa dico alla gente di Roma? Solamente grazie. C’è sempre stato un rispetto reciproco e chiedo di continuare a tifare per questa squadra. Vederla così in difficoltà mi rattrista e mi dà fastidio. Roma è Roma e i tifosi sono particolarmente diversi da quelli di altre società. Non è un addio, ma un arrivederci. Non è pensabile non vedere Totti all’interno della Roma. Prenderò altre strade. Se una società punterà su di me, io sarò pronto». 

«C’è uno più colpevole di altri? In questo momento ce ne sono tante di cose che posso fare. Sto valutando tranquillamente e valuterò tutte le offerte sul piatto. Se prenderò una decisione sarà quella definitiva in questo momento. È stato fatto un percorso che non è stato rispettato».

«Mi son sentito scomodo per questa Roma? Hanno voluto che io smettessi. Avevo un contratto di 6 anni e sono entrato in punta di piedi. Il ruolo era una novità e fare il calciatore e il dirigente sono due cose totalmente diverse. Han fatto tante promesse che non sono state mantenute. Col passare del tempo ho capito che non aveva senso fare quello che mi dicevano di fare. Non mi andava di mettere a disposizione di persone che non volevano che intraprendessi questa strada».

«Franco Baldini? Non c’è mai stato e non ci sarà mai un rapporto con lui. Se ho preso questa decisione è normale che ci siano stati degli equivoci all’interno della società. Uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Non servono troppi galli a cantare nella Roma. Ognuno deve fare il suo».

«Che futuro vedo per la Roma calcistica? Tutti sappiamo i problemi della società. Bisogna vendere diversi giocatori entri il 30 giugno per rientrare nel Fair Play Finanziario. Han fatto la scelta difficile di vendere i calciatori più forti e blasonati. Bisogna esser trasparenti con i tifosi. Mi hanno detto che levo i sogni ai tifosi e ai calciatori quando ho detto che avrebbe vinto la Juve a gennaio e che noi puntavamo al 5° posto. Non bisogna prendere in giro nessuno». 

«Quando le cose vanno male, iniziano a dire “eh manca il presidente, eh manca il ds etc”. Questo va a dare i problemi alla squadra e crea un danno. Pallotta deve esser più sul posto. Quando tutti vedono il capo, tutti iniziano a lavorare. Quando questo non c’è, tutti fanno quello che gli pare. È come quando si fa allenamento senza mister».

«Se ho preso questa decisione è perché io non ho potuto fare niente. Soprattutto nell’area tecnica, dove ho le competenze per farlo. Non voglio andare a fare altre cose. Metterò sempre la faccia, anche quando le cose vanno male».

«Qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? Non c’è stata una goccia, però tante cose mi hanno fatto riflettere e pensare. Non sono mai stato reso partecipe. Mi chiamavano solo quando ero in difficoltà. Mi chiamavano sempre all’ultimo, come se volessero accantonarmi da tutto. Il cerchio si stringe e poi inizia a mancare il rispetto nei miei confronti».

«Qualcuno interessato alla Roma? Ho girato spesso in vari continenti, soprattutto in Medio Oriente. Ci sono tante persone che vorrebbero fare tanti investimenti. Posso dire che la Roma è amata e stimata ovunque e tutti la vorrebbero prendere. Non mi posso esporre».

«Per riportarmi alla Roma cosa serve? Un’altra proprietà. La nuova proprietà dovrà darmi fiducia».

«Non ho mai chiesto soldi. Ho chiesto di fare il direttore tecnico perché penso di averne le competenze. Non sono andato a Londra perché l’allenatore era già fatto e perché mi hanno chiamato due giorni prima. Del Ds non so nulla. L’unico allenatore che ho sentito è stato Antonio Conte. Di tutti gli altri son state solo chiacchiere».

«Potrei tornare anche senza Baldini? No. Se il vaso è rotto è rotto».

«L’unico della società che ho sentito è Fienga. Lui è stato l’unico a metterci la faccia. Nessuno degli altri dirigenti mi ha proposto il ruolo da direttore tecnico, tranne lui. Ranieri? Ho voluto io riportarlo alla Roma. Oggi lo ringrazio perché lui sarebbe venuto anche a 0 soldi e ha fatto il massimo di quello che poteva fare. Appena l’ho chiamato mi ha detto “domani sono a Trigoria”. I romanisti dovrebbero esser fieri alla sua persona».

«Fienga mi aveva proposto di diventare direttore tecnico. Ma quando c’è dall’altra parte una persona che mi mette il bastone tra le ruote e trova qualche intoppo, allora non ha più senso. Se fosse venuto Conte sarei rimasto? Certamente. Ma a me bastava che mi interpellassero sulla scelta del nuovo tecnico. Invece su Fonseca non mi hanno chiesto niente. Conte? L’avevo chiamato insieme a Fienga. Conte era l’unico in grado di riportare la Roma in alto. Antonio Conte ci aveva dato l’ok, ma poi per diversi problemi ha rifiutato. Pallotta anche era contento di Antonio Conte». 

«A settembre avevo detto alla dirigenza “se voi pensate che questo sarà l’ultimo anno di De Rossi, diteglielo subito. Non fate come con me che me l’avete detto due giornate prima del termine del campionato”. Loro mi dicevano “si si, poi vediamo”. De Rossi? Con lui ci ho parlato da amico e gli ho detto “secondo me questo sarà il tuo ultimo anno”. Gli ho parlato da amico e non da dirigente. Gli ho detto di guardare altrove e infatti il problema poi è arrivato. Il loro obiettivo era quello di levare i romani dalla Roma». 

«Sarri? Non l’ho mai contattato. Fonseca dovrà trovare la strada percorribile senza intoppi. La gente lo stima per come si è messo a disposizione della società. È un allenatore che ha fatto bene con lo Shaktar. Perché Conte ha detto di no alla Roma? Perché non voleva fare rivoluzioni, ma voleva dare una continuazione. Qui invece c’è aria di smobilitazione». 

«Se andrò allo stadio l’anno prossimo? Sì, magari con De Rossi in curva sud. Se mi devo rimproverare qualcosa? Avrei dato un contributo alla Roma. Nessun rimprovero. Ho dato il 101%. È che di promesse ne sono state fatte tante, ma nessuna di reale. Da tifoso mi dispiace. Da tifoso ho dei sogni, come quello di voler vedere la Roma lottare sempre in alto». 

«La proprietà americana avrebbe potuto dare di più? Ci sono problemi finanziari. Se io fossi stato presidente della Roma e se avessi avuto due bandiere come De Rossi e Totti in società, avrei dato loro tutto. In loro c’è la “romanità”. Lui si è contornato da persone sbagliate. Lui ascolta solo alcune persone ed è questo che gli rimprovero». 

«Se qualcuno mi ha pugnalato? C’è gente che non mi vuole a Trigoria. Lì ci sono delle persone che fanno il male e non il bene della Roma. Il problema è che Pallotta si fida di gente che non vuole il bene del club. So per filo e per segno come va gestita Trigoria. Ci sono cresciuto e so quali possono essere i problemi. Io, che sto là dentro, come faccio ad essere coeso con una società in cui ognuno fa il bene di se stesso?».

«Baldissoni? Mauro è stato un dirigente della Roma. Ha cercato di indirizzarmi non so dove, ma l’ha fatto».

«Se ho sbagliato a fare partite o vacanze in certi momenti? Loro mi hanno dato disponibilità a fare certe scelte. Io non è che parto e decido da solo. Loro sanno che porto la Roma nel mondo. La verità sulle email? Ci sono state. Non si può nascondere quanto è uscito. Mi fido al 100% di Daniele De Rossi. So che lui non ha pensato a quelle cose».

«Il mio rapporto con Pallotta? Ultimamente, nelle ultime settimane, Pallotta ha cercato di trattenermi, sempre attraverso vie traverse. Tuttavia, non ho mai sentito sentito Pallotta e nè Baldini».

«Malagò spera di diventare presidente della Roma? Se lo diventerà mi chiamerà sicuramente e avrò più di fiducia».

«Non rimarrò disoccupato. Ho ricevuto diverse offerte da squadre italiane, una mi è arrivata stamattina. Io alla Lazio o alla Juve? No assolutamente no, per rispetto dei tifosi. Le offerte possono esser arrivate anche dalla Federazione, dalla FIFA etc. Non per forza da parte di club». 

«Io se mi sento di dire grazie a Pallotta? Lo ringrazio per avermi fatto rimanere a Roma e di poter conoscere un’altra realtà. Con Pallotta ho parlato pochissime volte e non di progetti». 

«Che effetto avranno le mie parole? Spero di far capire quali sono i problemi a Trigoria. 17 giugno si vinceva lo Scudetto? Giornata casuale. Non avrei mai pensato di dire “ciao Roma”».

«Se ho sentito Florenzi e Pellegrini? Mi ha scritto solamente Pellegrini. Lui non ci credeva al mio addio. A lui ho promesso tante cose. Spero che queste cose possano avverarsi. Lui è un ragazzo forte sia in campo che fuori. Lui è un personaggio che potrà dare tanto alla Roma. Vedere a fine partita che alcuni giocatori quando perdono ridono, ti girano le palle. I tifosi questo non lo sanno. Se ci sono queste persone a Trigoria, non si va da nessuna parte».

«Mancini? Spero che possa fare bene con la Nazionale. Io che sono ambasciatore cercherò di portargli fortuna».

«Se avrò la possibilità di rientrare in società, sarò dirigente a 360%. Io libero dalla fede giallorossa? Mai. Quella viene prima di tutto. Però sono libero dal punto di vista contrattuale. Il mio rapporto con Monchi? Non l’ho più sentito. Tornavo dalle vacanze e mi hanno chiesto il parere di un giocatore. Io detto di no in quanto Di Francesco giocava con il 4-3-3 e questo giocatore dell’Ajax era fuori ruolo. Alcuni dirigenti mi han detto “sei sempre contro di noi”. Però io avrei fatto un’altra scelta e forse ci avrei azzeccato». 

«Di Francesco? Non l’ho portato io. L’ha scelto Monchi. Dopo la semifinale di Champions dell’anno scorso, Di Francesco aveva chiesto 4/5 calciatori che non hanno mai preso. Non difendo il suo operato, ma le cose si devono sapere. È troppo facile nascondersi».

Si conclude così la conferenza stampa di Francesco Totti.

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