2013
Juventus, Conte: «Non ancora al top, Tevez mi ha colpito»
Le parole del tecnico bianconero all’inizio della nuova stagione bianconera
CONFERENZA CALCIOMERCATO JUVENTUS CONTE – Direttamente da Vinovo, la conferenza stampa di inizio stagione di Antonio Conte, tecnico della Juventus. Queste tutte le sue parole.
ARRIVI E PARTENZE – «Prima c’era una realtà non consona alla realtà della Juventus, perchè la squadra non era protagonista, ora lo è. Ci siamo riappropriati della nostra immagine nel mondo: chi arriva, sa dove arriva, chi c’è sa che ciò che è successo per me non conta. Non si ripartirà proprio da zero, però sappiamo che se non ci sarà umiltà e voglia di lavorare, non faremo cose improtanti. Il mercato? Io e la società siamo un tutt’uno nel bene e nel male, non c’è da distinguere, abbiamo operato bene tenendo conto della crisi, noi la viviamo, siamo stati bravi perchè abbiamo preparato dei colpi a tempo debito, muovendoci in anticipo con idee chiare. E’ inevitabile che in tutto questo c’è anche qualche rinuncia dolorosa: se si spende per Tevez, bisogna recuperare. Non so se è ufficiale l’addio di Giaccherini, ma sicuramente ogni singola partenza per me è un grande dolore: sono legato a certi giocatori, che per me sono incedibili. Però capisco le esigenze, vedo che il calciatore è apprezzato e avrà un contratto importante e sono felice per lui, ma non lo so per me».
STIMA IMMENSA – «Sono molto legato a certi calciatori, alleno tutti con entusiasmo, sapendo che mi hanno fatto vincere e mi potranno ancora far vincere. L’anno che ci apprestiamo a vivere dopo gli ultimi due anni sarà difficile, vincere al terzo sarebbe storico. Nella storia della Juve è successo solo dal ’30 al ’35, quindi sappiamo che sarà dura, però sappiamo anche che se avremo voglia di lavorare e soffrire, possiamo ambire a qualcosa di importante. La mentalità deve rimanere intatta, da parte di chi c’è e di chi è ancora in vacanza: molto dipenderà dallo zoccolo duro, ma io sono sicuro dei miei, li conosco bene e so che vogliono stupire. Io non ho preferenze, guardo dalla testa al collo i miei giocatori, ma non ci sono titolari al momento: ho grande stima per tutti».
NON ANCORA AL TOP – «Divario con i top club diminuito? Fate un discorso troppo semplice voi giornalisti, ma allora dico che il Barcellona ha preso Neymar, il Bayern Monaco Goetze… Che significa? Che sono più forti? Non è in base ai soldi o a chi arriva che si misurano queste cose. Lavoriamo, ma non possiamo ridurre così il gap, perchè gli altri sono troppo avanti a livello economico. Se noi con 20 milioni prendiamo 6 giocatori, loro con 36 ne prendono uno: parlo di Bayern, PSG, Barcellona… Per esempio, io avrei preferito che Cavani restasse al Napoli, perchè con 63 milioni gli azzurri possono entrare sul mercato».
CAMPIONATO BELLO – «Penso che da parte mia ci sia un metodo importante, un metodo che mi ha portato a vincere non solo qui, poi il calciatore fa il calciatore: ci alleniamo il giusto, magari a volte nemmeno ci alleniamo… Però a volte in alcune squadre nemmeno ci si allena, poi quando vai in squadre in cui si lavora te ne accorgi: qui si lavora. Oggi come oggi è importante la qualificazione in Champions, che è la cosa più importante in assoluto. Io preferisco sempre qualcosa in più, ma capisco anche chi si accontenta di questo. Le rivali? Da qui a fine agosto ci saranno grandi cambiamenti e club che si rinforzeranno. Il Napoli ha fatto un grande acquisto: Benitez, un grande tecnico che ha vinto tutto, secondo me un po’ sottovalutato. Poi sinceramente, come detto, avrei preferito che Cavani restasse a Napoli per non far investire tanto il Napoli. L’Inter può dire la sua, il Milan a gennaio ha preso Balotelli, la Fiorentina sta iniziando ad essere tra le grandi. L’arrivo di Gomez, Tevez, Benitez arrichisce il nostro campionato e questo è molto bello e stimolante per noi tutti. Per me confrontarmi con Benitez è motivo di orgoglio e soddisfazione».
CAPITOLO JOVETIC E TEVEZ – «Jovetic ha un prezzo enorme e giustificato, perchè è un ragazzo giovane che può migliorare ed andrà nella squadra che ha i soldi per prenderlo, quindi non in Italia. Il 10 di Tevez? Non è quello che conta, conta il lavoro, per me può anche mettersi il 124 ma la vita va avanti, io ho avuto un sacco di anni l’8, poi l’hanno preso altri. Ora sono qui come allenatore, poi arriveranno altri. La cosa importante non è la maglia, ma l’attaccamento, il sudore, la passione da dimostrare sul campo, poi per i numeri ci sono le estrazioni del lotto, magari qusalcuno se li gioca e vince, ma voglio la percentuale! (ride, ndr)».
I NUOVI – «I giocatori che abbiamo preso seguono le nostre caratteristiche: Llorente lo abbiamo seguito per più di un anno, Tevez lo conosciamo, Ogbonna è uno dei centrali pià forti in Italia. Li abbiamo presi con un concetto chiaro, non abbiamo pescato nel mazzo. Tevez mi ha colpito molto, mi ha colpito la sua fame e la sua cattiveria, per me non c’è stato più bisogno di altri chiarimenti. Tevez era quello che dovevamo prendere e l’abbiam preso».
LE RIVALI – «Garcia alla Roma? Prendiamo il suo arrivo nella giusta maniera, ha fatto bene in Francia, ha vinto lì, quando uno vince non è un caso. Ha competenza, la Roma non è un ambiente facile, ma lui aiutato da gente come Totti e De Rossi potrà fare molto bene. I giallorossi hanno una rosa di primo ordine, si muovono bene sul mercato da quello che leggo sui giornali. La Lazio ha un’ossatura forte e sarà come ogni anno un campionato difficile: a differenza di altri qui non ci sono dualismi, qui c’è sempre una lotta tra più squadre anche per la zona Champions, che come detto è fondamentale».