Girone B Euro 2020 - Dietro al Belgio, tanto equilibrio
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Girone B Euro 2020 – Dietro al Belgio, tanto equilibrio

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Il Belgio parte tra le favorite dell’intera manifestazione, ma dietro Danimarca e Russia possono dare battaglia nel Girone B Euro 2020

Insieme al gruppo E (quello della Spagna, per intenderci), il Girone B Euro 2020 se la potrebbe giocare per il titolo virtuale di “girone materasso” se visto dal punto di vista del Belgio. Ma siccome la storia di questo sport ci ha insegnato a dubitare di queste facili apparenze, almeno altre due squadre di questo gruppo se la potrebbero giocare per il passaggio del turno. Visto l’equilibrio che potrebbe crearsi nel mix che vede coinvolte Finlandia, Danimarca e Russia non sarebbe impensabile eleggere questo raggruppamento come il potenziale incubatore di una delle quattro migliori terze eleggibili per gli ottavi di finale. In pole position, ovviamente, i russi e i danesi, “padroni di casa” di questa compagnia.

BELGIO – Sarà la volta buona? La domanda è sempre valida ormai quando si parla della selezione belga. I bookmakers, complici situazioni non molto stabili nelle altre big del torneo, danno la compagine guidata da Roberto Martinez come la favorita della manifestazione. Il sorteggio ha apparentemente livellato la strada in discesa; in più, la medaglia di bronzo ottenuta agli ultimi mondiali fa ben sperare un popolo intero. Peccato però che, prima di Russia 2018, il Belgio si è dimostrato a più riprese il nemico di sé stesso: eliminato ai quarti di finale in Francia nel 2016 dal Galles, idem ai mondiali in Brasile contro l’Argentina sbagliando l’approccio alla partita. Ci riproverà quindi l’ex tecnico dell’Everton, con una rosa più matura che vanta l’apporto di campioni definitivamente affermati: Mertens e Lukaku gli italiani ormai affermati, Courtois e De Bruyne le certezze, ma ci sono anche i sempreverdi Witsel, Carrasco, Alderweireld, Vertonghen e Meunier. Non mettiamo Hazard perché, vista la stagione, funge da incognita. Quella che, se non considerata a dovere, rischia di far piangere ogni avversario.

DANIMARCA – Se si lega il nome della Danimarca all’Europeo non si può non pensare alla meravigliosa vittoria del ’92 firmata, tra gli altri, da Peter Schmeichel e Brian Laudrup. Altro calcio, altro mondo, altre storie. Uno Schmeichel c’è anche stavolta, il bravissimo Kasper che, tuttavia, rimane ben distante dal padre per qualità e, forse, talento. Un giocatore che in quella Nazionale, chissà, si sarebbe trovato bene è Christian Eriksen che anche quest’anno sarà il baluardo dei suoi. Dai suoi piedi è passata una fetta di scudetto nerazzurro e una redenzione agli occhi di Antonio Conte che sembrava impossibile solo a gennaio. Ma dal suo estro passerà, inevitabilmente, un riscatto che il giocatore di Middelfart cova dall’ultimo mondiale, dove un suo rigore fallito costò l’eliminazione contro la Croazia. Il tecnico Hjulmand è ambizioso e tutto da scoprire, alla stregua di talenti come Skov Olsen che abbiamo cominciato ad apprezzare in Serie A e che ora sono pronti al battesimo del fuoco. Il talento, i danesi lo hanno anche dietro: un monumentale Simon Kjaer nella stagione del Milan ma, soprattutto, Andreas Christensen campione d’Europa con il Chelsea.

RUSSIA – Correva l’anno 2008 e la Russia di Arshavin e Pavlyuchenko incantava l’Europa e arrivava ad un passo dalla finale. Si pensava all’apertura di un ciclo, che nel 2021 appare ancora lontano. Dal 2012 la Russia non ottiene una vittoria nella fase finale dell’Europeo, e parliamo di quando ancora non era arrivato Capello in panchina. Sembra aver rialzato un po’ la testa con il Mondiale in casa: il viaggio nel 2018 si concluse ai quarti di finale, contro la Croazia futura finalista e solo ai calci di rigore, quei penalties che consentirono ai russi di eliminare una tra le favorite come la Spagna. Il progetto della federazione è ripartito dunque dal tecnico Stanislav Cherchesov e da Artem Dzyuba, ormai non più promessa ma punto fermo della Nazionale di cui punta anche il record di gol fissato a 30 da Kerzakhov (manca un gol per l’aggancio). Pecca nelle sfide che richiedono ferrea organizzazione tattica, come dimostrano i cappotti contro il Belgio e in Nations League, ma il secondo posto è nettamente alla portata.

FINLANDIA – La vittoria per i finlandesi, in fondo, è già esserci a questo Euro 2020. Prima qualificazione alla fase finale di un Europeo per la Nazionale allenata da Marku Kanerva, già di suo uno dei personaggi più interessanti da raccontare di questa squadra: nel giro delle selezioni nazionali dal 2004, poi un vero e proprio cursus honorum culminato nel 2016 con la panchina della Nazionale maggiore. Il materiale tecnico non è eccelso, ma sufficiente, con il giusto mix di magia e un pizzico di fortuna, per sperare nel miracolo. Una formazione compatta che pecca di esperienza solida a livello internazionale anche nei singoli: la stella della squadra è per distacco Teemu Pukki, 26 reti in Championship con il suo Norwich neo promosso in Premier League. Nel plotone dei convocati presenti anche due “italiani”, il bresciano Joronen (portiere) e il clivense Väisänen (difensore). Parte nettamente dietro nelle gerarchie del girone in quanto a qualità, ma con le giuste combinazioni il miracolo è possibile. Gli scandinavi troveranno il Belgio, la vera testa di serie del raggruppamento, alla terza giornata e in una situazione potenzialmente indolore perché la formazione di Martinez potrebbe arrivare già qualificata: con una partenza sprint e punti rosicchiati a Danimarca e Russia, la Finlandia potrebbe riscrivere la sua storia calcistica. Se è già una vittoria esserci agli Europei, immaginate superare la fase a gironi…