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2014

Infografica – Caro Garcia, sei sicuro del modello Benfica?

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Il tecnico della Roma richiama spesso il club lusitano: ma siamo in grado di emularlo?

SERIE A ROMA GARCIA – E’ lui l’uomo nuovo del campionato: sconosciuto ai più, nel breve arco di un anno il tecnico francese ha convinto tutti strapazzando una Serie A non vinta soltanto per colpa – o merito, fate voi – di un avversario monstre. Una potenziale quota 90 raggiunta con personalità e prestazioni, con coraggio ed identità di gioco.

LA GRANDEZZA DELL’ALLENATORE – Personalmente ogni dubbio è svanito in concomitanza della gestione delle assenze: Garcia si è ritrovato privo nello stesso tempo di attori del calibro di Benatia, Strootman, Pjanic, Florenzi e Destro senza che la squadra ne risentisse in termini di convinzioni e risultati. Lecito ad esempio ipotizzare che il Castàn visto nella scorsa stagione non avesse retto senza il supporto di uno straripante Benatia: il brasiliano ha invece guidato con carattere la rinnovata linea difensiva brasiliana certificando in pieno lo sviluppo di un progetto valido ed affidabile. Altro elemento è il tempestivo ambientamento dell’acquisto super di gennaio: Radja Nainggolan, che a vederlo all’opera sembra giochi da una vita in giallorosso. Impensabile in tal senso non concedere meriti a Garcia, così come nell’aver rilanciato l’impaurito Destro di un anno fa o quel Gervinho deriso in quel di Londra.

IL MODELLO BENFICA – Rudi Garcia cita, non a caso si auspica, il modello Benfica: riferendosi con ogni probabilità ad una squadra che seppur non dotata dei patrimoni che spettano all’elite calcistica internazionale riesce a conservarsi ad altissimi livelli. Confermandosi dopo una stagione incredibile sotto il profilo del rendimento ma fatale nell’epilogo, con i lusitani che si sono visti sottrarre ogni cosa nei minuti finali delle tre competizioni. Anche in tal direzione il tecnico transalpino si riferisce al Benfica per lanciare un segnale ai suoi: nessun rammarico per lo scudetto mancato, vietato mollare tra un anno e zero cali di tensione. Ma il modello Benfica oggi va oltre ogni lecita previsione perché il club portoghese è fantastico nel vendere ogni anno i suoi gioielli senza che la squadra crolli sul piano di valore e risultati: è vero, la Roma nella recente estate ha seguito questa strada con le pesanti cessioni di Marquinhos, Lamela ed Osvaldo – invertendo clamorosamente il trend negativo – ma nei due anni precedenti aveva investito con forza sul mercato.

CESSIONI D’ORO – Il Benfica invece va sempre in attivo: dal 2010 è una serenata mixata da saldi positivi di mercato (e di bilancio) ed eccellenza nei risultati sportivi con il club che dopo l’assurdo finale di un anno fa si appresta ora a disputare la seconda finale di Europa League consecutiva, nel tentativo di centrare il suo personale Triplete (già vinti campionato e Coppa di Portogallo). Merito ad un allenatore dalla particolare personalità come Jorge Jesus ma anche e soprattutto ad una società che sa muoversi come poche sul panorama internazionale: si vende alla grande, si acquista ancora meglio. Imitare chi riesce a privarsi ogni anno dei suoi pezzi migliori restando in vetta è opera davvero complessa: David Luiz (30 mln), Ramires (22) e Di Maria (33) nella stagione 2010-11 (attivo totale di mercato: +54 mln); Fabio Coentrao (30) nel 2011-12 (attivo mercato: +10 mln); Witsel (40), Javi Garcia (20) nel 2012-13 (attivo mercato: +50 mln); Matic (25) nel 2013-14 (attivo mercato: +1 mln). Numeri da sballo. Caro Garcia, sei sicuro di voler intraprendere questa via? Tanto di cappello, ma si inizierebbe col vendere Pjanic. E poi Strootman. E poi magari Destro e Benatia. Ne siamo in grado?