2014
Infografica Inter: con Mazzarri oggi non cè crescita, domani
LInter del post Mourinho e la seconda chance di Mazzarri
SERIE A INTER MAZZARRI – Prima criticato, poi contestato: il derby, un bruttissimo derby, perso dal Milan non ha di certo rialzato le quote di Walter Mazzarri. O meglio: Erick Thohir – ed è quello che importa – continua a confermarlo senza troppi se, mentre il tecnico toscano ha potuto constatare di non aver fatto breccia nei cuori della stragrande maggioranza di tifosi nerazzurri.
LA MANCATA CRESCITA – Prima di tutto i dati: nell’Inter dopo Mourinho – sembra un Dio, ma forse per i tifosi interisti lo è davvero – la tanto auspicata svolta non è arrivata. Se nella stagione 2010-11 sotto la guida Benitez/Leonardo i punti dopo 36 giornate erano 72 e al termine furono 76 (2° posto finale), se nel 2011-12 con il triumvirato Gasperini/Ranieri/Stramaccioni arrivarono 55 punti in 36 partite (58 al termine, 6° posto) e se un anno fa i punti della gestione Stramaccioni erano 53 in 26 gare (54 al termine, 9° posto), quest’anno siamo a quota 57 e mancano soltanto due turni. Con l’Inter ferma al quinto posto della classifica e, a differenza delle stagioni su citate, assente dal fronte europeo: si centrarono rispettivamente quarti di finale di Champions, ottavi di finale di Champions ed ottavi di finale di Europa League. Cammino internazionale che toglie inevitabilmente forze e lucidità nella dotazione complessiva.
RESPONSABILITA’ ED ALIBI – Prima di tutto l’analisi in relazione alle aspettative: difficile a bocce ferme ipotizzare un’Inter al di sopra dell’attuale quinto posto. Le ragioni: gruppo decisamente in difficoltà strutturali soltanto un anno fa e scarsamente rinnovato secondo i dettami preferiti da Walter Mazzarri, livello più credibile della concorrenza. Se poi aggiungiamo le note vicende societarie che hanno monopolizzato almeno metà della stagione nerazzurra il piatto è servito e racconta inevitabilmente di una stagione di transizione. Premesso ciò va però ricordato come il tecnico toscano non sia mai riuscito quest’anno ad elevare l’asticella della sua Inter, né sul piano della personalità ne in termini di gioco se si fa eccezione per qualche sparuto sprazzo di bellezza ed intensità.
#MAZZARRIVATTENE – Nell’era dei social una fetta importante la gioca senza dubbio Twitter con i suoi oramai celebri hashtag: l’ira dei tifosi interisti è esplosa in tutta la sua (pacifica, di questi tempi è opportuno sottolinearlo) irruenza nel post-derby, con l’espressa richiesta al tecnico di San Vincenzo. Che probabilmente, non sta a noi decidere ma sicuramente offrire una chiave di lettura, meriterebbe una seconda opportunità: per quanto spiegato finora nell’analisi responsabilità/alibi e perché, come dimostrato nelle sue passate esperienze (su tutte quella alla guida del Napoli), è un allenatore che va in crescendo. Rialza una squadra in difficoltà, ne stabilizza il rendimento e la conduce ad un passo dal massimo: poi lì si ferma, ma questa oggi in casa Inter è tutta un’altra storia. In arrivo la stagione della verità per centrare quel traguardo che aderirebbe alla speciale graduatoria del monte ingaggi, lì dove l’Inter occupa stabilmente la terza piazza. E lì dove vuole tornare anche nella classifica reale.