Inter Milan: la rivincita di Inzaghi, la speranza di Pioli
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Inter Milan: la rivincita di Inzaghi, la speranza di Pioli

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La semifinale di Coppa Italia Inter Milan sorride ai nerazzurri di Simone Inzaghi, trascinati al successo da Lautaro Martinez e Gosens

La Madonnina si tinge di nerazzurro in un Inter Milan che non ha tradito le attese della vigilia. Intenso e spettacolare, il derby meneghino di Coppa Italia proietta i ragazzi del tecnico piacentino alla finale dello Stadio Olimpico. Nel complesso con merito, ma non senza qualche polemica.

L’approccio a fare la differenza, con quel capolavoro targato Lautaro Martinez a illuminare la serata dopo una manciata di minuti. Segnale tangibile di un avvio travolgente e convincente del Biscione, padrone delle operazioni e letale nel mordere ancora con il tocco felpato del Toro che ha sconquassato una difesa che non raccoglieva la sfera in fondo al proprio sacco da ben sette partite. Il tris di Gosens per l’apoteosi di Simone Inzaghi che nel post partita si è anche levato qualche sassolino risalente allo spettro Giroud e alle critiche ricevute.

Il rotondo 3-0 del novantesimo non rende però del tutto giustizia alla prestazione dei rossoneri. Numerose le conclusioni a rete di Leao e soci, stoppati una volta da Handanovic, una volta da qualche recupero miracoloso e una volta dal VAR. Perché anche in questo Inter Milan non sono mancate le polemiche sulle decisioni arbitrali.

Pietra dello scandalo la rete annullata a Bennacer per un fuorigioco giudicato attivo di Kalulu, va detto, estremamente discutibile. Una decisione che ha privato il Diavolo di una possibile rimonta e il pubblico neutrale di una ventina di minuti di pathos. Ma non tutto dovrà essere perduto per Stefano Pioli, il cui pensiero primario sarà ora di ricaricare le pile in vista della volata Scudetto, cancellando il risultato ben più della prestazione.

E al contempo la speranza che la serata nefasta non abbia lo stesso effetto che l’ultimo derby di campionato ebbe sui cugini nerazzurri, parsi irriconoscibili per quasi due mesi. Conseguenze che questo Milan non si può proprio permettere.