Inter, Mourinho a 360�° - Calcio News 24
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2009

Inter, Mourinho a 360�°

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Josè Mourinho, allenatore dell’Inter, si è dedicato quest’oggi a rispondere alle domande di alcuni tifosi tramite i micrfoni di Inter Channel. Il tecnico nerazzurro ha toccato diverse tematiche, parlando a 360Ã?° sulle questioni attuali del club, dichiarazioni che possono essere lette per intero sul sito ufficiale dell’Inter.

Il portoghese concorda parzialmente l’opinione di un tifoso, che dice di vedere un gioco più di squadra da parte dell’Inter da quando non ‘è più Zlatan Ibrahimovic: “Questo èÃ? in parteÃ? vero. Quando sono arrivato all’Inter, a mio parere, la squadra giocava troppo bassa, con una mentalità  più difensiva rispetto a quella che ha attualmente.Ã? In attacco, avevaÃ? un giocatore che era abituato, per personalità  e per qualità  di gioco, a risolvere da solo i problemi offensivi della squadra. Non era una squadra che giocava un grande calcio, mentreÃ? in questo momento il gioco che siamo in grado di esprimere si avvicina a un modello che piace a tutti, con molti giocatori che partecipano al gioco della squadra senza comunque perdere una certa compattezza e mentalità . Un allenatore preferisce sempre che la sua squadra riesca a raggiungere i suoi obiettivi giocando come squadra, con un gioco corale”.

Per quanto riguarda la prossima giornata di Champions League contro il Chelsea, Mourinho ribadisce ancora una volta il suo pensiero: “Ripeto sempre la stessa cosa: in questa fase della Champions, tutto inizia con un pizzico di fortuna o sfortuna nel sorteggio. L’Inter è stata sfortunata a pescare il Chelsea e il Chelsea è stato sfortunato a pescare l’Inter, sicuramente per la squadra inglese sarebbe stato molto più agevole e piacevole giocare contro lo Stoccarda, l’Olympiacos o contro altre squadre più abbordabili. Io credo che Chelsea e Barcellona siano le due squadre più forti d’Europa e noi non siamo stati fortunati nel sorteggio. Loro vogliono vincere e pensano di poterlo fare, noi vogliamo vincere e pensiamo di poterlo fare. Ci sono due momenti decisivi che saranno i momenti delle due partite, il 24 febbraio e il 16 marzo, in quei due momenti, la differenza la faranno infortuni e squalifiche da entrambe le parti: chi ha giocatori squalificati e chi no, chi ha giocatori infortunati e chi no, chi ha l’influenza e chi non ce l’ha, la palla che colpisce il palo, che entra o non entra, si tratta di due momenti molto specifici nei quali per 180’, o chi può saperlo forse 30 in più, si decide tutto. Però, l’essenza della partita o dire se c’è una squadra favorita o no alla vittoria, questo è molto difficile, ma io ho fiducia nel mio gruppo e lavoreremo per essere al top delle nostre possibilità “.

Lo SpecialOne ha anche parlato della Coppa Italia, e di come dovrebbe assumere maggiore valore, come in altri campionati europei: “Non so davvero che cosa si possa fare. Si possono avanzare tante proposte, maÃ? è necessario fare qualcosaÃ? perchè continuare così non onora la competizione che, invece, negli altri paesi desta davvero tanto interesse. Non voglio paragonare la situazione italianaÃ? con quella inglese perchè quello è un mondo completamente diverso, ma ad esempio, in Portogallo, Spagna e Francia la coppa nazionale è davvero importante. Ripeto, anche in Italia si dovrebbe far qualcosa per migliorarla. Quello che propone il nostro tifoso non è male, perchè se si gioca una partita di campionato il mercoledì sera, anche se c’è freddo e piove, il pubblico non manca mai. Magari, sarebbe un passo avanti disputare le partite di Coppa Italia la domenica pomeriggio quando tutti, cioè,Ã? hanno la possibilità  di venire allo stadio. Ad esempio, in Inghilterra le partite di coppa si giocano la domenica. Ci sono tante idee, qualcosa si dovrà  fare”.

A Mourinho viene inoltre riconosciuto il merito di aver dato qualità  alla rosa dell’Inter, riducendo il numero dei giocatori e valorizzando gli effettivi, ma l’allenatore nerazzurro racconta anche un breve aneddoto: “La seconda cosa della quale abbiamo parlato io e il presidente aveva a che vedere con il fatto che quando sono arrivato qui all’Inter e siamoandati in ritiro a Brunico, la rosa dell’Inter era composta da 30 giocatori. In quel ritiro c’era un ragazzo che si chiama Jonathan Ludovic Biabiany e che io praticamente non ho visto perchè quando arrivava l’ora di giocare 10 contro 10 o in un’amichevole, come accaduto ad esempio contro il Bari o l’Al Hilal, non c’era neanche spazio per poter vedere la potenzialità  di un ragazzino che in quel momento aveva 18 o 19 anni. Adesso l’Inter è costituita da un gruppo più piccolo con i conseguenti rischi che potrebbero accorrere in caso di infortuni, come è successo un mese fa quando la nostra panchina era composta quasi interamente da ragazzi della Primavera. Ma, ripeto, in questo momento non stiamo solamente preparando il presente perchè vogliamo vincere, ma stiamo anche preparando il futuro con i giocatori giovani che abbiamo già  in rosa”.

Infine, una breve battuta sulla capacità  di integrarsi da parte di Goran Pandev: “Ho sempre dettoÃ? che i bravi giocatori non hanno bisogno di tempo per entrare negli schemi: arrivano, capiscono, anche con poche informazioni, e conÃ? il minimoÃ? lavoro entrano subito nei meccanismi di una squadra, soprattutto se questa squadra gioca già  un calcio molto compatto e dinamico. à? successo con Snejider, che è arrivato all’Inter e dopo due giorni ha giocato nel derby, con Pandev che ha esordito in squadraÃ? poco dopo ilÃ? suo arrivo e non è più uscito dal campo, è successo anche con Balotelli che, anche partendo dalla panchina, è subentrato nelle ultime tre partite dimostrando di avere grandi qualità . Penso che l’equilibrio tra le qualità  di un grande giocatore e quelle della squadra che lo accoglie possano, in questo senso, contribuire positivamente”.