Capello: «Meglio vincere che giocare bene»

L’ex c. t. della Russia difende l’Inter e Mancini, primi senza convincere

Arrigo Sacchi diceva «vincere e convincere», ma è chiaro che non appartenesse alla stessa scuola di Fabio Capello, suo successore al Milan, che invece del calcio ha sempre avuto l’opposta interpretazione. Intervenuto oggi nel corso di una intervista, Capello, ex commissario tecnico della Russia, si è schierato in difesa di Roberto Mancini: la sua Inter, dopo le prime cinque giornate di campionato, è a punteggio pieno, secondo molti però immeritatamente. I nerazzurri, a dirla tutta, finora non hanno certo mostrato un gioco spumeggiante, ma sono sempre riusciti a fare un gol più dell’avversario: per Capello il risultato viene prima di tutto, il gioco è soltanto un dettaglio del tutto secondario. 

INTER: CAPELLO DALLA PARTE DI MANCINI – «Penso che si debba riflettere di più prima di liquidare l’1-0 come un risultato grigio. Contiene tre verità: una squadra ha vinto, ha saputo mantenere la propria porta inviolata e ha lottato per proteggere il gol. Poi bisogna considerare sempre che in campo c’è un avversario e nel livellamento generale degli ultimi anni è sempre più difficile portare a casa i tre punti – afferma Capello oggi a La Gazzetta dello Sport – . Considero Mancini un grande allenatore perché è bravo a farsi comprare i giocatori che desidera e perché sa adattarsi al materiale che ha. Nel calcio vale un antico detto contadino: “produci il vino con l’uva che hai”». Per Capello l’idea di calcio di Sacchi, vincere e divertire, non tiene conto del business del calcio moderno: certi club sono costretti a produrre risultati al di là del gioco per sopravvivere.