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2012

Io sto con Delio

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“Ogni maledetta domenica si vince o si perde, resta da vedere se si vince o si perde da uomini” (Tony Damato – Ogni Maledetta Domenica)

Nei giorni in cui un’epidemia di qualunquismo ha rischiato di uccidermi, un solo pensiero mi ha tenuto vivo: poter scrivere un editoriale in difesa di Delio Rossi.

Ed anche questa volta, come sempre, sono partito da una citazione che, non fosse per il fatto che la Serie A ci regala una volta ogni tanto qualche ‘simpatico’ turno infrasettimanale di mercoledì (questa roba mi mette un male di vivere allucinante tra l’altro), calzerebbe a pennello all’ex tecnico viola: un allenatore che una sera di inizio maggio, a fine campionato, ha deciso di sostituire uno dei propri giocatori, un ragazzino che magari fino all’altro giorno faceva le impennate con il Booster al parchetto insieme agli amici e, sentitosi insultare, ha deciso di ribellarsi prendendolo a pugni.

Non ho mai visto nessuno morire per un ceffone, e non credo che un allenatore di calcio abbia il compito di dare il buon esempio, per quello c’è la famiglia. Siamo d’accordo, non è il massimo della vita vedere due che si menano (o, come in questo caso, uno che mena e l’altro che incassa come una cassiera della Conad), preferiremmo goderci le partite senza inutili distrazioni, ma questa volta di inutile c’era ben poco, se non tutte le dichiarazioni post-gara su quanto sia deplorevole la violenza nel calcio, l’angosciante retorica su come lo sport debba insegnarci ad essere migliori e tutta una serie di morali che, francamente, avrebbero potuto anche risparmiarci.

Se per un attimo proviamo ad inquadrare l’intera faccenda, spogliandoci di qualsivoglia preconcetto, rimarrebbe solo una verità: Delio Rossi è un uomo. Un uomo al quale un ‘pischelletto’ avrebbe rivolto insulti piuttosto pesanti, ma di una pesantezza che anche un frate Cappuccino avrebbe fatto fatica a tollerare. Ha reagito, ebbene? Chiunque al suo posto avrebbe fatto ugualmente. Chiunque.

Condannare è troppo facile, ma vivere determinate situazioni è diverso. La libertà spesso sta nello scegliere il peggio per sè stessi con la consapevolezza di fare la cosa sbagliata: Delio Rossi l’ha fatta, pagandola a carissimo prezzo. Nello stesso istante in cui si è scagliato contro Ljajic, con la stessa foga di Giampiero Galeazzi su di un fritto misto, o di Mike Tyson su di una a caso delle proprie mogli, ci ha dimostrato qualcosa che va ben oltre i soliti luoghi comuni: ci sono situazioni alle quali non ci si può piegare, nemmeno se questo significa bruciarsi anni ed anni di seria carriera in un solo istante.

Io sto con Delio, dunque, perché facendo la cosa sbagliata, ha fatto la cosa più giusta che si potesse fare. Ogni maledetta domenica (o mercoledì) si può vincere, perdere, o magari anche pareggiare con il Novara, ma lo si può fare da uomini, non lasciando che sia la propria dignità quella ad essere presa a cazzotti.