Javier Zanetti, il capitano eterno: «Come erede per la fascia scelgo Ranocchia. E grazie Inter se ritirerai il 4» - Calcio News 24
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2014

Javier Zanetti, il capitano eterno: «Come erede per la fascia scelgo Ranocchia. E grazie Inter se ritirerai il 4»

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zanetti maggio 2014 ifa

“El Tractor” risponde con diplomazia ai quesiti del pubblico nerazzurro. E dà ragione a Mazzarri per non averlo schierato nell’ultimo derby della sua carriera

MILANO, 27 maggio Inutile negarlo: è visibilmente emozionato Javier Zanetti, 41 primavere il prossimo 10 agosto, über-capitano dell’Inter dal post Beppe Bergomi (correva l’anno 1999) e futuro vicepresidente della Beneamata in una sorta di fil rouge con il dirigente finora più amato e venerato dai tifosi nerazzurri, vale a dire Giacinto Facchetti. Il Pupi, presente ad un incontro organizzato dalla Gazzetta dello Sport per il lancio del libro ‘Javier Zanetti, c’è solo un capitano’, però tende subito a dribblare con eleganza l’ufficialità della prestigiosa carica societaria esattamente come faceva in campo fino a qualche giorno fa. “Vicepresidente dell’Inter io? Vediamo… Forse ci sarà una conferenza-stampa ai primi di giugno in cui potrò essere più preciso al riguardo. Per ora posso dirvi che sono mesi ormai che io ed Erick Thohir stiamo discutendo sull’incarico  a me più congeniale. Io sono pronto a fare tutto, ma non mi occuperò né di mercato, né di guida tecnica della squadra. Mia moglie ha già sopportato un marito-calciatore per vent’anni, sempre impegnato tra ritiri e trasferte, che ora vorrei davvero regalarle un po’ di tranquillità in famiglia!”. E giù una bella risata ben accolta dall’intero auditorium milanese.

 

AVANTI CON WM E se la graziosa signora Paula (presente in sala) desidererebbe il suo famoso marito un poco più avvezzo alla vita casalinga, Javier punta uguali aspettative “migliorative” nei confronti di un Inter che, da quest’estate, dovrà affrontare quella bramata rifondazione procrastinata troppo a lungo dai tempi dell’euforico Triplete 2010: “Prima di tutto, mister Mazzarri non si tocca: la società l’ha riconfermato e ora deve lavorare bene per fornirgli la rosa che esattamente desidera. E poi ci sarà pure da scegliere un nuovo capitano… (boato di delusione da parte del pubblico, Ndr) Ok, io sarei anche stato tentato di proseguire fino al 2015 e celebrare così 20 anni esatti di Inter, ma l’infortunio di Palermo della scorsa stagione (rottura del tendine e conseguente difficoltoso recupero, Ndr) mi ha fatto scattare nella testa qualcosa… I primi mesi stavo recuperando bene, però sentivo dentro di me che era giunto il momento di smettere per lasciare il posto ad altri”.

 

FASCIA A RANOCCHIA? “Ecco perché – prosegue Pupi come futuro possessore della mia fascia gialla vedrei bene Andrea Ranocchia: è italiano e conosce a fondo il significato di questa maglia (sempre che non firmi a sorpresa per un club torinese… Ndr). Cambiasso? Mi è dispiaciuto che non gli abbiano rinnovato il contratto, ma sono sicuro che giocherà ancora a lungo e farà benissimo in un’altra squadra. Lui non si arrende mai”. Arriva una simpatica provocazione dal fondo della sala: ma se Zanetti fosse già stato vice-presidente avrebbe lottato per tenere il Chucu nelle fila nerazzurre? “Non mi fate queste domande, per carità, visto che è un ruolo che non mi compete… (sorride) Idem per Diego Simeone: so che molti tifosi lo vorrebbero a breve sulla nostra panchina, ma – ripeto – io sto con Mazzarri e penso che il Cholo voglia prendersi qualche altra soddisfazione con l’Atlètico Madrid. Quella Champions persa sabato scorso proverà a riconquistarla già dal prossimo settembre; so che la sconfitta col Real gli ha bruciato parecchio”.

 

5 MAGGIO? CHI ERA COSTUI? Zanetti, in compenso, di rospi sullo stomaco non ne ha (o perlomeno così dice lui…) e quindi tira dritto per la sua strada sia che uno gli citi il rigore di Juliano su Ronaldo del ’98, il 5 maggio 2002, l’addio troppo fulmineo di Josè Mourinho o il fatto di non aver mai vinto la coppa del mondo in qualità di giocatore-simbolo dell’Argentina (leggi: 145 gettoni di presenza, manco Maradona può vantarne tanti). “No, rimpianti non ne ho. A me basta il rispetto degli avversari e di non essere mai stato fischiato in nessuno stadio italiano, europeo o sudamericano. Vuol dire che qualcosa di buono in carriera deve averlo combinato”.

 

IL DERBY NEGATO E UNA MAGLIA DA RITIRARE Però, dica la verità, señor Zanetti: magari 45 minuti, nell’ultimo derby della Madonnina della sua vita calcistica, li avrebbe giocati volentieri… “Ovviamente avrei voluto essere in campo perché quella è stata una partita molto dura e difficile per noi; ma resto un professionista e rispetto la decisione presa da Mazzarri in tale occasione. Se proprio dovevo essere triste per qualcosa, beh mi girano perché ha vinto il Milan!”. Un accenno infine alla sua leggendaria maglia numero 4 che è stata testimone silenziosa dell’incontro ‘fissando’ il capitano eterno da un tavolino poco distante da lui. “Non so ancora se l’Inter la ritirerà o meno”. Mormorii di indignazione da parte dell’audience: d’altronde sarebbe un vero atto di lesa maestà nel caso quel fatidico 4 finisse su delle altre spalle. “Comunque se la società decidesse di farlo, non potrei che esserne felice. Sul serio, io non vorrei mai forzare una decisione simile: il tutto spetterà al presidente Thohir e ai suoi stretti collaboratori”. Tra i quali, tra qualche settimana, ci sarà anche lui: il buon Javier. Diplomatico, ligio al dovere e naturalmente “facchettiano” al 100% nell’anima. Avercene di Zanetti nel calcio italiano…

dal nostro inviato: Simone Sacco