2013
Juventus, amarcord: Tevez e Llorente come Sivori e Charles
Il Re Leone e l’Apache ricordano, sia fisicamente che caratterialmente, El Cabezon e Long John
Erano altri tempi, un altro calcio e un’altra Juventus. Ma l’accoppiata formata da Carlitos Tevez e Fernando Llorente ricorda, senza voler sembrare blasfemi, quella formata da John Charles e Omar Sivori. All’epoca il destino mise insieme due giocatori dalle caratteristiche differenti che riportano a quelle oggi rappresentate dall’Apache e il Re Leone. Il gallese e l’argentino, poi naturalizzato italiano: Long John, alto 188 centimetri, ed El Cabezon, 163 paragonabili. Misure paragonabili ai 195cm del basco e ai 170 dell’argentino. I primi due giocarono insieme cinque stagioni, dal 1957 al 1962, mentre gli altri due hanno iniziato da pochissimo l’avventura con la maglia bianconera. I tifosi della Vecchia Signora, ovviamente, sperano che gli attaccanti di oggi ripercorrano, anche solo in parte, la carriera dei due illustri predecessori. Ripetiamo: nessun paragone blasfemo, solo un gioco di amarcord. Sivori e Charles vinsero tre scudetti e due coppe Italia, segnando 234 gol in due (129 l’oriundo, 105 il gallese) in 341 partite. Ma il paragone non si limita solo e soltanto alle caratteristiche fisiche, ma va oltre arrivando ad una riflessione sul temperamento. Sempre per gioco.
Della serie: il buono e il cattivo. Uno buono, faccia d’angelo, John Charles. L’altro piccoletto, faccia da “teppistello di periferia”, Omar Sivori. Uno abile soprattutto di testa ma più che dignitoso pure con i piedi, l’altro brevilineo e veloce palla al piede. Uno era la custodia dell’altro ma ciò nonostante si difendevano a vicenda. John difendeva il compagno ogni qual volta (spesso) si metteva nei guai; Omar teneva lontano i malintenzionati dal compagno e lo vendicava in caso di ripercussioni troppo ruvide. Ora i ruoli si sposano perfettamente con i “curricula” dei due nuovi arrivati sotto la Mole. Tevez (136 gol in 315 gare tra Boca Juniors, Corinthians, West Ham e le due squadre di Machester) è cresciuto a Fuerte Apache, il barrio di Buenos Aires dove la polizia non entra e dove miseria, degrado e delinquenza s’intrecciano. E’ abituato a prendere la vita a gomitate sin da piccolo e in campo si fa rispettare, anche in maniera rude. Proprio come Sivori, che sfidava gli avversari coi calzettoni tirati giù a colpi di tunnel ripetuti. Llorente, invece, è cresciuto a pane, calcio e Athletic Bilbao e ha la faccia da bravo ragazzo. In campo, però, sa lasciare il segno: 85 gol in 262 partite. Esattamente come Charles. Allora erano un gallese e un italo-argentino ad infervorare i tifosi. Ora toccherà ad un basco e un argentino tentare di entrare nell’ultra centenaria storia della Juve facendo la stessa cosa.I tifosi della Signora sperano che insieme riescano a scrivere pagine importantissime aggiungendo in bacheca trofei a raffica. Proprio come i due predecessori. Con una preghiera: la Champions League. Un trofeo che nemmeno Sivori e Charles riuscirono a portare sotto la Mole.