2014
Juventus-Conte: cronistoria di un addio
I retroscena sull’addio di Antonio Conte alla Juventus
JUVENTUS CONTE ADDIO MOTIVI – Ormai è assodato: Antonio Conte e la Juventus hanno deciso di separarsi. Ma cosa è successo realmente tra il 13 e il 15 luglio 2014? Perchè Antonio Conte ha deciso di iniziare il ritiro con la Juve e poi di abbandonare la sua creatura a due giorni dall’inizio della nuova stagione? Come spesso accade, le radici di una spaccatura, sono profonde e vanno ricercate scavando nel passato.
IL PASSATO – Stando a quanto riferito da “Corriere.it” tutto ebbe inizio più di un anno fa, quando la Juve vinse il suo secondo Scudetto consecutivo con Conte in panchina. Il giorno della vittoria il tecnico salentino disse: «Il futuro? Vediamo. Bisogna essere chiari. Altrimenti la Juve può vincere anche senza di me». Poi il chiarimento 10 giorni dopo ma le cessioni di Matri e Giaccherini fecero storcere il naso a Conte ma le due parti decidono di andare avanti.
IL TERZO SCUDETTO E L’ELIMINAZIONE EUROPEA – Arriviamo a marzo 2014 quando la Juve ha praticamente vinto il terzo Scudetto. Conte vuole andare via e dice all’ad Marotta: «Il ciclo è finito, sono stanco, non so se riuscirò ancora a motivare la squadra a questi livelli. Forse dovrebbe sentire un’altra voce». La Juve chiede all’allenatore di ripensarci ma le critiche piovute addosso al tecnico dopo la sconfitta europea con il Benfica non sono digerite bene da Conte.
I RETROSCENA RECENTI – A Roma il 10 maggio pronuncia la frase che irrita Agnelli: «Non si entra con 10 euro in un ristorante da 100 euro». La Juve contatta Mihajlovic, è lui l’erede designato di Conte ma il club e il tecnico salentino decidono di ritrovarsi dopo i festeggiamenti. Conte è stanco ma lo irrita la scoperta del sostituto già pronto e si va avanti per un compromesso: vediamo come va, poi tra sei mesi ne riparliamo. Prima delle vacanze Conte chiede due rinforzi: Sanchez e Cuadrado, il primo va all’Arsenal per 42 milioni di euro, il secondo viene valutato dalla Fiorentina 40 milioni. Le alternative non soddisfano Conte e la dirigenza decide di aspettare il ritorno dell’allenatore per fare il punto sulla campagna acquisti. La Roma sorpassa e chiude per Iturbe, lunedì Conte va da Marotta: «Non me la sento più, non riesco ad andare avanti. Risolviamo». Il tecnico non cambia idea e le parti decidono di separarsi consensualmente. Il resto è storia nota.