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Juventus, Dybala in panchina non aveva logica

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Gol terrificante della Joya: Paulo Dybala decide la sfida con la Lazio e firma il potenziale sorpasso della Juventus sul Napoli

Subito decisivo al rientro dal primo minuto: Dybala batte Lazio in pieno overtime con una prodezza che soltanto lui all’interno della Juventus ha nel suo bagaglio. Complice l’inattesa sconfitta del Napoli, sorpreso al San Paolo da una Roma a tutto campo, la prodezza dell’argentino firma il potenziale sorpasso dei bianconeri sui partenopei in chiave scudetto: qualora infatti la Juventus si aggiudicasse il recupero del 14 marzo con l’Atalanta, si ritroverebbe con un divario di due lunghezze sul Napoli. Eppure la partita dell’Olimpico si era incanalata su tutt’altri binari: nel contesto di una partita assai noiosa si è assistiti ad un equilibrio mai in discussione, rotto magari dall’altra parte – quella della Lazio – con un calcio di rigore poi non concesso, nonostante l’evidente gioco falloso di Benatia su Leiva. Prima del colpo di scena finale.

Il gol di Paulo Dybala

Rientro nella formazione titolare e novantaquattro minuti tondi tondi, vista l’indisponibilità di diversi colleghi di reparto e l’opportunità di accumulare minutaggio utile per farsi trovare pronto, brillante in vista della sfida da dentro o fuori con il Tottenham di Pochettino. Il tecnico bianconero Massimiliano Allegri non gli ha risparmiato nulla perché nulla gli poteva risparmiare: magari ad un epilogo del genere neanche più ci sperava, vista l’incredulità con cui ha accolto le rete della Joya, eppure il colpo del suo attaccante gli regala il migliore degli scenari possibili da qui al termine della contesa. Dybala gioca una partita in linea con quella della sua squadra, ossia remissiva, sostanzialmente finalizzata a raccogliere un pareggio, contro una squadra forte come la Lazio ed appena prima del grande impegno internazionale. Quando tutto è finito e quando meno te l’aspetti ecco il numero del fuoriserie: Dybala sterza improvvisamente su una serie di avversari che gravitavano dalle sue parti, ingannati dalla sua finta e dal repentino movimento, poi resiste alla carica di Parolo ed appena superato il limite dell’area calcia all’incrocio dei pali, mentre cadeva. Un gol che non esiste nella sua dinamica e la cui grandezza si sostanzia ancor di più per via della tempistica: qualcosa del genere, a quel minuto della partita, contro un avversario di valore ed in un contesto scudetto così rovente, la può realizzare soltanto un campione.

Eppure Allegri…

Nonostante tutto il tecnico bianconero, contestualmente al passaggio dal 4-2-3-1 al 4-3-3, aveva ben pensato di escluderlo dalla sua idea di Juventus: un centrocampista in più (Matuidi) per tappare le falle e porre fine all’emergenza difensiva, mossa ampiamente riuscita stando ai risultati (un solo gol incassato nelle ultime diciotto gare di campionato, con la serie di vittorie che tutti conoscete), di conseguenza però un attaccante in meno. Nel caso specifico Paulo Dybala. Così aveva scelto Allegri e così testimoniano le due clamorose esclusioni dalla formazione titolare negli scontri diretti con Inter e Roma: una manciata di minuti contro i nerazzurri, solo panchina addirittura contro i giallorossi. Se non bastassero queste evidenze, ecco le numerose conferenze stampa in cui allo stesso Allegri veniva richiesto se Dybala fosse ancora un cardine della sua Juventus, con tanto di risposte incerte. O meglio, poco rassicuranti per il sudamericano. A scanso di equivoci: il tecnico bianconero aveva scelto – come base della sua squadra –  un tridente con Higuain in posizione centrale, Mandzukic decentrato a sinistra e Douglas Costa a creare situazioni di superiorità numerica sulla destra. O il contrario: con il croato a destra ed il brasiliano a sinistra. Ma il succo non cambia: il tutto senza il talento di Paulo Dybala. Con tanto di considerazioni definitive – in vista della prossima stagione – da parte degli addetti ai lavori.

Ma Dybala in panchina ha una logica?

Il punto dunque si sostanzia da sé: l’esclusione di Paulo Dybala dalla formazione titolare della Juventus, dall’idea che si ha della propria Juventus, ha una logica? Può essere inclusa nell’alveo delle scelte possibili? Delle opzioni praticabili? Difficile smentire un punto: Dybala è il calciatore di maggiore talento nel club bianconero. A parere di chi vi scrive si tratta nel complesso anche del calciatore più forte della rosa, ma per argomentare quanto segue basta riconoscere che sia il più talentuoso. A nessun allenatore del resto verrebbe in mente di escludere il miglior calciatore – o talento, fate voi – a disposizione: si è detto di lui sia l’erede di Messi, per similitudine nelle caratteristiche, per capacità di dare del tu al pallone e di incidere nei momenti chiave di una partita e di una stagione. Bene: ve lo immaginate Messi in panchina per scelta tecnica? Oggettivamente impossibile. Così come dovrebbe esserlo per quanto concerne Dybala: eppure Allegri aveva scelto diversamente. Salvo ritrovare Dybala più per le assenze dei colleghi che per altre ragioni. Se è tutto riconducibile ai risultati, quelli del tecnico bianconero sono oltremodo positivi ed allora di nulla si può discutere. Se però nell’analisi si può andare oltre la mera lettura dei risultati, allora qualcosa si può eccepire. Un allenatore non dovrebbe mai prescindere dalla valorizzazione del miglior calciatore del suo roster.

Il miglior Dybala per il Tottenham

Eppure ci si ritrova. Il destino e la logica portano a stretto braccio Dybala nella formazione titolare che Massimiliano Allegri opporrà mercoledì al Tottenham – nello scenario di Wembley – nel tentativo di ribaltare lo sfavorevole pareggio della gara d’andata. A prescindere dalla situazione di vantaggio o svantaggio che detta il 2-2 dello Stadium, sarà una gara fatta di spazi: il Tottenham li cerca per dare aria alla sua manovra offensiva e di conseguenza li concede, per attitudine naturale, per alimentare una ricerca che necessariamente qualcosa deve lasciare sul campo. Ed è in tal senso che la Juventus potrà agire alla ricerca del gol – o dei gol – necessario per fare strada ed accedere ai quarti di finale della Champions League: posizionarsi tra le linee del Tottenham e farsi trovare pronta quando lo spazio inevitabilmente arriverà. Dybala può essere in questa chiave una macchina perfetta: libero di svariare e cercarsi la posizione ideale a seconda delle contingenze della gara, può sfruttare rapidità e talento per mettere in difficoltà la non irreprensibile – e lenta – difesa del Tottenham. Juventus aggrappata al suo miglior calciatore: Paulo Dybala. Come logico che sia.