2013
Kakà stecca la prima: le possibili evoluzioni del brasiliano
Ed un Milan alle prese con le oramai solite problematiche di inizio stagione
Altro che Ricky Cam, la telecamera che Sky ha riservato esclusivamente alla prova del brasiliano: la prima di Kakà con la maglia rossonera – versione bis – ha probabilmente deluso le aspettative di tutti quei tifosi che avevano ritrovato entusiasmo proprio con il ritorno dell’ex Pallone d’oro. Ci vuole tempo, e ci mancherebbe che non fosse così, ecco un’analisi inerente alla sua prestazione.
LA POSIZIONE IN CAMPO – Kakà – versione originale – si prese il Milan e lo scenario internazionale agendo da trequartista ed interpretando il ruolo in chiave assolutamente moderna: giocate essenziali, ricezione palla con stop a seguire e testa alta già rivolta alla porta avversaria, accelerazioni nel breve per liberarsi degli avversari e velocità sul lungo per dare forza alla sua progressione. Il tutto sublimato da una freddezza sottoporta propria agli attaccanti di ruolo: in altre parole un vero e proprio marziano – emblema del calcio moderno – in grado di fare la differenza in ogni scenario e contro qualunque genere di avversario. Poi le quattro lunghissime stagioni a Madrid, da comprimario, che ne hanno scalfito potenza atletica ed un po’ di convinzione nei propri mezzi. Ad ogni modo quel che si ripresenta sul palcoscenico italiano è un calciatore diverso ed è proprio da questa circostanza che in casa Milan potrebbero sorgere riflessioni: Kakà è più utile alla causa rossonera da trequartista o è ipotizzabile un nuovo ruolo?
LA PRESTAZIONE DI TORINO – Al netto di una ricerca di continuità che richiede giocoforza diverse partite per essere testata e dunque valutata anche in base ad alternative di ruolo, Ricky è sembrato in difficoltà proprio sotto il profilo del passo: si è più volte reso visibile ai centrocampisti e dunque giocato tanti palloni, ma è poi mancato lo spunto per fare male alla retroguardia avversaria. O quantomeno per creare superiorità numerica e mettere tutto il Milan in condizione favorevole. Il trequartista è un ruolo complesso, solitamente ad un punto del genere le strade risultano essere tre: interpretazione del ruolo sotto chiave differente, fare un passo avanti od uno indietro. Dove per passo avanti si intende tramutarsi in un vero e proprio attaccante e per passo indietro quello di scalare sulla linea dei centrocampisti per elevare il livello qualitativo della regia.
ANCORA UNA FALSA PARTENZA PER ALLEGRI – E’ indubitabile che i preliminari di Champions League abbiano monopolizzato l’avvio di stagione del Milan ed è giusto che sia stato così: troppo importante il passaggio alla fase a gironi della massima competizione europea in termini di prestigio come economicamente. Questo però non può nascondere i limiti in casa rossonera: la squadra non ha grandi difficoltà nel trovare la via del gol – essenzialmente appoggiandosi sulle spalle del fenomeno Balotelli – ma appare tutt’altro che ermetica nella gestione della sua fase difensiva. Difetti che vanno ascritti sia alla linea difensiva nel suo specifico – troppi gli errori di lettura a livello singolo – che ad un equilibrio complessivo tutto da ricercare e dunque stabilizzare. Spetta all’ottimo lavoro di Massimiliano Allegri, un allenatore che ha già dimostrato di saper correggere i difetti in corso d’opera e plasmare squadre competitive, costruire un Milan all’altezza dei massimi obiettivi.