L'importanza di non essere livornese: Max e Walter sull'orlo del precipizio - Calcio News 24
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2012

L’importanza di non essere livornese: Max e Walter sull’orlo del precipizio

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Il campionato che sta volgendo al termine, stando almeno alla classifica e agli sviluppi delle ultime giornate, ci riporta con la memoria a dodici mesi fa, quando la corsa allo scudetto vedeva volti diversi rispetto a quelli attuali, e soprattutto diversi stati d’animo.Il Milan, reduce dalla netta vittoria nel derby di Milano, si avviava a proseguire la propria marcia trionfale verso il tricolore, mentre il Napoli provava invano a dare del filo da torcere i rossoneri, conquistando comunque un eccellente terzo posto. Il trait d’union tra le due più belle realtà  del campionato scorso era la città  d’origine dei tecnici dei rossoneri e degli azzurri: Massimiliano Allegri e Walter Mazzarri non hanno mai rinnegato la loro appartenenza alla città  di Livorno, improvvisamente diventata il centro del movimento calcistico del nostro Paese.

A un anno di distanza, a entrambi i tecnici toscani sembra mancare la terra sotto i piedi, visto il momento a dir poco critico delle rispettive compagini: il maligno sinistro di Muntari a Verona ha restituito un pò di ossigeno al Milan, che a sei giornate dalla fine resta però sotto alla Juve capolista, mentre il Napoli perde e prende tre gol a partita da tre giornate, perdendo ormai quasi tutte le speranze di confermare il fantastico terzo posto ottenuto un anno fa. Livorno, dunque, non è più il centro nevralgico del calcio italiano, lo snodo tra chi vola a vincere lo scudetto e chi riporta in auge una realtà  calpestata dopo la fine della dorata era maradoniana.

Ora è Antonio Conte, salentino di Lecce, ad avere le mani sullo scudetto, ad un anno esatto dalla conclusione della cavalcata trionfale alla guida del Siena: un uomo che quando vede bianconero si esalta, ma questa è un’altra storia… La storia di cui mi occupo è quella di Allegri e Mazzarri, due tecnici saliti alla ribalta con la stessa velocità  e sorpresa con cui rischiano di scenderne a soli dodici mesi di distanza, forse perchè, come direbbero i saggi, ‘chi troppo vuole, nulla stringe’: Milan e Napoli hanno provato a volare molto, troppo in alto, con i loro propositi di fare un campionato sulla falsariga di quello precedente e di andare più avanti possibile in Champions League, ma l’inevitabile risultato di questo piano di icariana memoria è stato l’arrivo a fine stagione con la spia della riserva accesa, e le rivali ad esultare e a stare davanti.Ã? E dalle loro parti, inteso come le città  in cui allenano e non come Livorno, si inizia fortemente a dubitare del loro operato…