Malaga, Pellegrini: "Tutto dipenderà da noi" - Calcio News 24
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2012

Malaga, Pellegrini: “Tutto dipenderà da noi”

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MALAGA PELLEGRINI MILAN – Manuel Pellegrini ha rilasciato un’interessante intervista per l’inserto della Gazzetta dello Sport ‘Extra Time’. Il tecnico del Malaga, prossimo avversario del Milan in Champions League, ha fatto capire che la formazione andalusa affronterà i rossoneri senza pensare al loro momento negativo, ma puntando anzi sul proprio periodo estremamente positivo: “Tanti viaggi da turista, molti altri da allenatore: l’eliminazione dell’Inter col Villarreal, col quale affrontammo anche la Lazio e la Fiorentina di Prandelli e Montolivo in Uefa nel ’07-08. La sfida più complicata, quella Fiorentina giocava benissimo, grande squadra. Poi il Milan col Real Madrid: in casa controllavamo la partita ma perdemmo, Pato fece 2 gol. Poi un pari a San Siro. La sfida di domani sera? Se abbiamo una grande occasione non è per come sta il Milan ma per come sta il Malaga. È chiaro che il Milan affronta e paga un cambio generazionale, operazione sempre complicata, però resta una grande squadra con giocatori determinanti. Se abbiamo la giusta fiducia possiamo fare una grande partita, come ci sta succedendo spesso ultimamente. Paura di sbagliare? Non credo che questa squadra abbia paura. Rispetto sì. Qui, come già mi successe al Villarreal, quando arrivammo in Champions pensavamo di partecipare, cercando di fare il meglio possibile ma coscienti che saremmo usciti rapidamente. Poi piano piano la rosa ha preso coscienza dei propri mezzi, iniziato ad accumulare fiducia. E ora vogliamo conquistare i punti che ci mancano, a cominciare dal Milan. Col quale giocheremo come abbiamo fatto con Anderlecht e Zenit, cercando di essere noi stessi. E se non ci riusciamo dev’essere per meriti del Milan, non per colpe nostre. La squadra la vedo bene: nessuna presunzione o pensiero che quanto fatto finora ci garantisce qualcosa, però anche tanta convinzione perché i nostri successi non sono casuali. Abbiamo tutti i mezzi per fare risultato. La squadra mi sorprende? No. Perché avevo grande fiducia nello sviluppo della squadra, nonostante l’estate convulsa, con complicazioni in un aspetto, quello economico, che pensavamo fosse totalmente a posto. La situazione si è capovolta ma i giocatori hanno avuto la forza morale di non farsi invischiare, deprimere, distrarre e di puntare sulla grandezza sportiva, confidando nel progetto. Perchè sono rimasto? Tengo a questa squadra, perché questa città mi piace, perché credo in questo progetto, perché i tifosi si meritano di essere trattati come loro trattano noi: benissimo. I dirigenti avevano intrapreso la strada sbagliata: permesi dovevano generare entrate, non vendere i giocatori migliori. Dar via Cazorla a 15 milioni è stato un regalo inconcepibile. Gli stessi 15 milioni generati passando il preliminare di Champions. Ci sono state persone che si sono avocate ruoli e decisioni che non spettavano loro; ho pensato che fosse necessaria una mia reazione, stavano buttando nella spazzatura un progetto importante e un gruppo di giocatori che avevano dato tutto per arrivare al preliminare Champions: inaccettabile.