2014
Malagò su Tavecchio: «Non accetto certe parole, segua la coscienza»
Il presidente del Coni ha incontrato i candidati per la Figc, esprimendosi poi su quanto trattato
FIGC CONI TAVECCHIO MALAGO’ – Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, viene da una giornata molto intensa caratterizzata dagli incontri coi due candidati per la presidenza della Figc: Demetrio Albertini e Carlo Tavecchio. Quest’ultimo, contestato da più parti per le dichiarazioni ritenute di stampo razzista, ha ribadito di voler continuare la corsa alla presidenza qualora le leghe continuassero a sostenerlo: nessun passo indietro dunque. Le parole di Malagò sono all’insegna del rispetto dell’iter elettorale, con alcune riserve da tenere in considerazione.
LE PERSONE GIUSTE – Questo quando dichiarato da Malagò, fuori dalla sede del Coni: «Ho voluto sottolineare che non devono esserci prevaricazioni nella competizione elettorale, si è parlato di tante cose con Tavecchio, anche del non poter accettare una frase come quella detta da Tavecchio». L’uscita del candidato presidente ha dunque colpito anche Malagò: «Quella frase non va bene né per me né per il mondo dello sport, e non solo. Lui ha ribadito le scuse fatte anche pubblicamente, il mio pensiero a riguardo era ovvio». Questi, nella giornata di oggi, gli argomenti discussi con Albertini e Tavecchio: «Ho parlato dei programmi, delle idee sul C.T. e del calcio femminile che a noi sta a cuore. Poi mi sono sincerato che non ci siano cambiali da pagare: servono le persone giuste e soggetti con credibilità».
ASCOLTARE LA COSCIENZA – Non possono mancare parole sull’ipotesi commissariamento: «Questo esiste solo se i candidati si ritirano, le regole sono chiare. Ci rivedremo la prossima settimana, io ho detto a Tavecchio con lucidità che non si deve aspettare sconti da nessuno: lui deve parlare solo con se stesso e con la sua coscienza. Deve pensare al bene dello sport, non all’edonismo» ha spiegato Malagò, concludendo poi: «Un passo indietro adesso non è un’ipotesi ma tutto può starci, io in assoluto non posso accettare le sue parole ma la democrazia elettorale va accettata. Penso che però sia indispensabile prepararsi anche al dopo, non credo che il contesto possa migliorare: Carlo ha gli attributi ma ora è tutto diverso».