Mertens, il must-have del Napoli di Sarri - Calcio News 24
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Mertens, il must-have del Napoli di Sarri

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Si può fare a meno di Dries Mertens? Panico nel Napoli: le alternative ci sono, ma il belga è un uomo-chiave per il tecnico

Il turn-over, per gradire: perché adesso gira (tutto) intorno a questa moda che viene imposta dall’alto, da un calendario che si trasforma in frullatore, da richieste che ogni giorni tre giorni vengono portate all’incasso: è una mattanza (ma da sempre) per i muscoli e per la testa, ma è il calcio del Terzo Millennio che produce benessere (economico) e richiede sforzi fuori dal comune. Il turn-over, per spaccare in due: favorevoli e/o contrari e tesi che si accavallano fino a sparire in quel territorio fertile ch’è la statistica, perché – piaccia o no – là dentro sono custodite alcune verità inattaccabili che elevano Mertens a indiscutibile principe del Napoli, il balsamo per andarsi e leccare le ferite più dolorose: trentaquattro gol nella passata stagione, tre in questa fase iniziale, però ci vanno aggiunti i quindici assist di allora e i due di adesso.

UNO SHOW – Il «primo» Mertens ha segnato ogni 94′ da centravanti e però, considerando le rifiniture ed i suggerimenti, quel che fu ritenuto un «falso nueve» ha dimostrato di essere autentico uomo squadra, infilandosi ogni sessantacinque minuti in un gol. E’ un anno, anzi anche meno, che c’è un calcio diverso, sempre verticale, però assai più palleggiato: è il Sarrismo esibito nella sua massima espressione – tecnica, tattica e stilistica – un’Idea che si combina attraverso il movimento (con e senza palla) tra le linee, nelle profondità, nell’empatia che ha trasformato un tridente (fisicamente) basso in un’espressione assai alta. C’è un Napoli con Mertens (l’uno-due nello stretto, la convergenza in mezzo di Insigne e semmai di Callejon, la capacità di sfuggire alla gabbia dei centrali difensivi uscendo dalla zona, la semplicità nell’allargare il campo per far sovrapporre Ghoulam oppure Hysaj) e poi c’è il Napoli senza Mertens, che ha altri codici, simili ma non eguali, che ha bisogno di andare a cercare il più statico Milik – ma pure più «acrobatico» – attraverso la giocata che chiuda frequentemente con il traversone per lo stacco.

SINFONIA – Come afferma “La Gazzetta dello Sport”, è tutto così classicheggiante, quel calcio che i tre tenori riescono ad esibire: rapidità di pensiero. Consacratosi vero nueve, se gira lui il gioco diventa sinfonia e, chiaramente, d’azione; una manovra che sembra rapirti e comunque incantarti; un tocco, una finta, una veronica e poi via, verso quella allegria contagiosa che traspira in qualsiasi giocata, che punta dritto al cuore, al gol. E tutto in scioltezza, attraverso una affinità elettiva che unisce Insigne e Callejon a Mertens ed i centrocampisti e pure gli esterni a loro, una sorta di fusione che a volte diventa una rappresentazione abbagliante. È in quei momenti che il Napoli «dipende» da Mertens.