Napoli, una partenza con botto che impone riflessioni. Società, Mazzarri e... quel salto di qualità - Calcio News 24
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2012

Napoli, una partenza con botto che impone riflessioni. Società, Mazzarri e… quel salto di qualità

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Tra le indicazioni più rilevanti della prima giornata di campionato c’è senza dubbio l’exploit del Napoli al Barbera di Palermo: una vittoria che va oltre il pesante risultato inflitto alla squadra di Sannino i cui lavori in corso sembrano ancora allo stato primordiale. Ad impressionare è stato il controllo totale della gara e la netta supremazia del centrocampo partenopeo: moduli speculari che avrebbero fatto pensare ad una gara piuttosto imballata, al contrario si è assistito ad un monologo azzurro nonostante assenze pesanti.

MA QUAL E’ IL VALORE DI QUESTO NAPOLI? – Quale obiettivo? Dove può arrivare questa squadra? Quali le sue concorrenti? Superfluo premettere l’ovvio: siamo agli inizi ed il campo risulterà il giudice supremo ogni oltre legittima opinione. Coerente con i tempi è invece concentrarsi sulle potenzialità dell’organico: il Napoli si è rinforzato rispetto ad un anno fa? Via Gargano e Lavezzi, sostituiti da Behrami e la promessa Insigne. Gamberini ed El Kaddouri completano – a quattro giorni dal gong del calciomercato – i profili in entrata: oggi non ce la sentiamo di affermare che il Napoli abbia valorizzato efficacemente una rosa che, nella stagione appena trascorsa, non ha saputo fare meglio di un deludente quinto posto. C’era la Champions, ok, ma la media punti degli uomini di Mazzarri nell’ultimo torneo si elevava in prossimità della manifestazione europea per poi crollare in assenza della stessa. Una squadra troppo umorale, certo, ed in sofferenza a causa di errori tecnici del pacchetto arretrato che hanno condizionato negativamente il rendimento.

DOVE MIGLIORARE, E PERCHE’ NON E’ STATO FATTO? – Il settore sul banco degli imputati nella stagione 2011-12 è risultata la difesa. I 30 milioni provenienti dalla cessione di Lavezzi al Psg, sommati ai 27.5 del ribattezzato tesoretto Champions League/Diritti Tv, fanno quota 57.5 come budget da investire per il rafforzamento dell’organico. Con l’acquisto di Vargas per 12 milioni inserito nel bilancio  attuale – ma poi non ci raccontiamo che nello scorso gennaio il club di De Laurentiis sia stato l’unico a spendere – i 7.5 per il riscatto di Pandev, i 9.5 per la doppia operazione Gamberini-Behrami e i 2 milioni investiti per la comproprietà di El Kaddouri il totale è 31. Restano 26.5 milioni che, anche se non impiegati interamente, avrebbero potuto assicurare almeno un difensore di spessore assoluto per garantire linfa nuova ad un reparto troppe volte non all’altezza di obiettivi importanti. Altra pecca è un esterno sinistro di ruolo: il dettame tattico del tecnico toscano impone lo sfruttamento massimo delle corsie laterali; Dossena fatica a mantenere un rendimento elevato nell’intero arco della stagione e Zuniga – oltre ad evidenti limiti tecnici – è impiegato fuori ruolo e costretto a rientrare sul piede destro per poter crossare una volta conquistato il fondo del campo. Le ultime considerazioni vanno alle “responsabilità”: perché non rinforzarsi adeguatamente e godere di un organico senza lacune e da primissimo posto?

LE RESPONSABILITA’, O MEGLIO LE SCELTE – Sorvoliamo sulla sostituzione di Lavezzi: l’argentino si è definitivamente affermato nell’ultima stagione in azzurro ma la decisione di voler puntare sul talento di casa e sull’esplosione di Vargas ci può anche stare. E, con la partenza del Pocho, la squadra può assumere un aspetto tattico più ordinato e costruttivo. Ma perché non rinforzare la retroguardia? E l’esterno sinistro? Responsabilità – o meglio scelte – da ripartire tra società e guida tecnica: a Mazzarri gli si può domandare sulla richiesta di un esterno destro che funga da vice-Maggio e sul perché non si impunti sull’approdo di un laterale mancino di spessore; la sensazione è che il tecnico toscano si sia ormai convinto della validità di Zuniga in quel ruolo e che punti forte sulle prestazioni del colombiano, argomento tattico abbastanza opinabile come esposto in precedenza. A presidente e dirigenza, che professano da sempre un percorso di crescita nel tempo, si può imputare il mancato acquisto pesante in difesa: la famosa “lista” degli acquisti emersa ad inizio estate e poi confermata da Mazzarri parlava di un profilo alla Ivanovic per potenziare il settore. Con buona pace dell’ottimo Gamberini, non ci si è andato nemmeno vicino. Questione puramente legata alla volontà e capacità d’investimento. Il tecnico in questo campo è chiaro e pretende rinforzi che vadano ad alterare gli equilibri o in alternativa preferisce conservare la stabilità di una macchina già rodata. La forza, ed allo stesso tempo il limite, di questo Napoli: forza perché solo la squadra di Mazzarri e la Juventus possono vantare oggi un collaudo già ampiamente certificato; limite perché, nel caso degli azzurri, il rischio è quello di avvitarsi ancora sui propri difetti strutturali.