2015
Palla a terra e due passaggi: così il Sassuolo è terzo
Società forte ed ambiziosa, guida tecnica e squadra hanno superato lambientamento: ora il Sassuolo va
Undici punti in cinque turni di campionato, terzo posto della classifica ed unica squadra imbattuta con la capolista Inter: è il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, la squadra che finora ha fatto segnare l’exploit maggiore in relazione alle dotazioni d’organico. Già affrontate peraltro Napoli e Roma, la prima battuta al Mapei e la seconda stoppata sul pareggio all’Olimpico: insomma questo Sassuolo non è un caso.
IL MODELLO DI GIOCO – Il manifesto delle intenzioni di Di Francesco è con ogni probabilità la trasferta sul campo della Roma: l’irriverenza innanzitutto, quella di non modificare lo spartito soltanto perché di fronte ad una squadra pacificamente più dotata. Ma qual è questo spartito? Molto semplice, poco contorto: si gioca palla a terra, rapidamente, in profondità, puntando all’area di rigore avversaria con due o tre passaggi. Tanti movimenti e tagli, il gioco senza palla alla base di un calcio dinamico e se praticato al massimo delle sue possibilità difficilmente leggibile. Ed è una filosofia di gioco che parte dalle sue primissime battute: il Sassuolo non spreca una palla – pena ad esempio il clamoroso errore di Consigli all’Olimpico che ha portato al primo gol stagionale di Totti – né la alza, si gioca sul suolo con tutti i vantaggi ed i rischi che una scelta del genere comporta.
REATTIVITA’ – Di Francesco ha così sublimato la pesante cessione di Zaza, compensata dall’arrivo di un attaccante (Defrel) dalle caratteristiche totalmente differente: non si lancia più verso l’ariete di turno, anche perché non più a disposizione, la porta avversaria va necessariamente cercata tramite il gioco ed è quanto il tecnico con ogni probabilità aveva già in mente in passato. Parola chiave organizzazione. Soltanto che – lo ha ricordato spesso anche lui in avvio di stagione –i primi due anni del Sassuolo nella massima serie sono da leggere come puro ambientamento, superato l’esame dell’approccio si può lavorare con una serenità ed una consapevolezza maggiore. Alla base dei nuovi risultati c’è dunque questo insieme di fattori e la riprova è la totale indipendenza dagli attori protagonisti: gran parte delle prime cinque gare di campionato sono state disputate senza Zaza (passato alla Juventus), Berardi (infortunato) e Sansone (scelta tecnica).
SOCIETA’ FORTE – Rileggeteli bene: Zaza, Berardi e Sansone. Il tridente titolare sassolese finito sulle pagine dei quotidiani un anno fa, oggi a scendere in campo sono i vari Politano, Floro Flores, Defrel e Floccari ma i risultati non cambiano affatto. Anzi, a dirla tutta, migliorano. E Berardi sta tornando a pieni ritmi dopo l’infortunio iniziale: poco male vero? Vero sì, pensando che proprio la sua qualità – unita alla sua freddezza ed alla sua sana esuberanza – può rappresentare l’elemento in grado di far saltare il banco. Ad ispirare questo Sassuolo c’è la sua forte proprietà: raramente rumorosa o fastidiosa, ma convinta di poter portare in fondo un progetto. Ceduto Zaza per vecchi accordi presi con la Juventus, la resistenza sul fronte Vrsaljko – offerte per oltre dodici milioni di euro – e la volontà con cui si è scelto di trattenere Berardi la dicono lunga: Giorgio Squinzi appare poco ma sogna (e pensa) in grande.