2014
Quando per vivere devi correre
Il bivio di Conte: la Juventus ed il suo popolo appesi alla scelta del tecnico. Che oggi sa di addio
SERIE A JUVENTUS CONTE – Novantanove punti e manca ancora una gara: a record già battuto, quello che l’Inter di Mancini fissò a 97 nella stagione 2006-07, si punta all’inimmaginabile quota 102. Un miracolo sportivo che porta prima di tutte le altre rispettabili firme la griffa di Antonio Conte: la guida, il timoniere, il leader, un uomo al comando in grado di vivere un triennio decisamente aureo.
LA SERATA DI ROMA A COLORI CONTRASTANTI – O meglio il tardo pomeriggio sarebbe il caso di dire, considerando il forzato anticipo imposto a causa dei fatti di Coppa Italia. Ma questa è tutta un’altra storia e non la riapriremo in questa sede. Si è giocato all’ora del tramonto ed il parallelo arriva immediato: cala il tramonto sull’era Conte? Ad alimentare i dubbi, per una volta, non sono i giornalisti ma il diretto interessato: “Quanto fatto da noi in Italia in questi tre anni non è migliorabile né da noi stessi né da chi arriverà in futuro, il passo ulteriore è quello di vincere la Champions League ma non butto fumo negli occhi dei tifosi, con questa Juve è impossibile. Ne ho parlato con la società e sto valutando il mio futuro, anche altre strade”. Non un fulmine a ciel sereno ma una concreta ammissione: Antonio Conte sta pensando di lasciare la Juventus. E la certificazione arriva proprio nella sera in cui la sua Juve compie l’ennesimo prodigio del suo triennio, reggendo alla forza d’urto giallorossa per novanta minuti e beffandola nell’overtime proprio con la rete dell’ex non amato Osvaldo. Un caso? Con questa Juventus la risposta è negativa.
NELLA TESTA DI CONTE – E’ assolutamente affermativa invece una sentenza: i bianconeri hanno meritato oltre ogni ragionevole dubbio stracciando le velleità delle concorrenti. Arriviamo dunque al piatto forte delle ultime ore: i dubbi amletici di Antonio Conte. Quel che si comprende senza particolari difficoltà è la paura di non potersi migliorare: e dunque fallire perché chiedere di più è impossibile ed in questi casi la probabilità di non ripetersi risulta di per sé elevata. Perplessità alimentate da effettive incertezze sulle possibilità da parte della società di valorizzare – rivoluzionandola – una rosa al punto da portarla a guardare negli occhi i top club internazionali. Quel che si intuisce meno è la fretta: giusta la fame, giusto alimentarla continuamente soprattutto per un carattere come il suo, ma il rischio insito è quello di esagerare. Il tecnico pugliese è giovane ed ha un’intera carriera avanti, perché forzare i tempi ed invece non provare a seguire il progetto a medio termine della squadra in cui si è affermato come calciatore prima ed allenatore poi?
IL FUTURO – La questione è dunque strettamente legata alle motivazioni: in primis le sue, probabilmente in calo dopo un triennio spettacolare, poi quelle di una squadra a cui – per sua ammissione – ha chiesto davvero tutto. Juve spremuta dunque? Si diceva così ad esempio dell’Inter del Triplete dopo soli due anni targati Mourinho. Detto della prospettiva, detto delle motivazioni, resta una terza via: vuoi vedere che sul tavolo di Conte ci sia un’offerta irrinunciabile? O, anche se non lo fosse, un’opzione che stimoli il tecnico più di quanto possa farlo continuare alla guida della Juventus? Ipotesi non escludibile. Impossibile oggi azzardare pronostici, sul suo futuro come su quello della panchina bianconera qualora il buon Antonio dovesse lasciare. Opzione ad oggi più credibile. Quelli come Conte vivono correndo e appena sentono di poter rallentare preferiscono salutare. Quest’è, che vi piaccia o meno.