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Romagna trova il modello da seguire: «Mi ispiro a Bonucci»

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Proveniente dal vivaio Juventus, Filippo Romagna ha trovato spazio a Cagliari: «Il mio modello è Nesta. Voglio continuare a crescere»

Ha aspettato il momento giusto per lasciare il segno e una volta conquistata la maglia da titolare, Filippo Romagna non l’ha più lasciata tanto da diventare, sia con Massimo Rastelli che con Diego Lopez, uno dei punti fermi della difesa del Cagliari. Si aspettava tutta questa considerazione? «Sinceramente no e non così presto. Il mio obiettivo era quello di crescere e centrare la salvezza con la squadra, ma non mi sono posto un periodo giusto per trovare spazio. Ho pensato solo a lavorare e a migliorare e non me lo aspettavo anche se ovviamente sono molto contento». Ai microfoni de “Il Corriere dello Sport”, Romagna descrive la sua crescita e i suoi pregi nel gioco: «Credo la lettura delle varie situazioni di gioco: è qualcosa che mi porto dietro da quando giocavo in mezzo al campo e che sto sfruttando anche in difesa». A proposito del cambio di ruolo, a chi deve dire grazie in questo momento? «Il primo che mi ha portato dietro è stato Ivano Della Morte perché quando sono arrivato nelle giovanili della Juventus facevo la mezz’ala. Poi sono stato portato in linea con la difesa anche se per un po’ nelle nazionali giovanili ho continuato a giocare in mezzo».

RICORDI BIANCONERIBonucci ha detto che lei può essere il suo erede. Ha un modello? «In assoluto il mio preferito è sempre stato Alessandro Nesta, ma ora ci sono tanti difensori a livello internazionale, come Ramos, che mi piacciono. Quello, però, che per caratteristiche può essere più simile a me è proprio Bonucci. Ovviamente con le dovute distanze visto che lui è un fenomeno e io non ho fatto ancora nulla». A proposito di bianconero, dispiaciuto per l’addio? «Quando ero nel loro settore giovanile, l’obiettivo era arrivare in prima squadra, ma quando è arrivata la proposta del Cagliari ci ho messo davvero poco per accettare e sono molto contento per la scelta che ho fatto. Io voglio crescere e ora penso solo al Cagliari». Che bagaglio le ha lasciato la Juventus? «Ho imparato tanto ma ho avuto la fortuna di aver acquisito la loro mentalità che fa la differenza. Una mentalità che ho ritrovato anche a Cagliari perché anche qui, pur puntando alla salvezza, si gioca sempre per vincere».

NUOVA ESPERIENZA – Chi le è stato vicino nelle prime battute in Sardegna? «Sono stato accolto benissimo da tutti e ho cercato di rubare qualche piccolo segreto a ogni difensore. Inizialmente sono stato più vicino a Ceppitelli, ma col passare del tempo tutti sono stati importanti, perché mi hanno dato una mano e ci confrontiamo di frequente». Cosa le manca? «Devo ancora crescere fisicamente e mettere su qualche chilo, oltre ad aumentare il bagaglio di esperienza». L’attaccante più difficile da marcare? «Mertens. Non era facile perché era la prima da titolare e lui non era semplice da controllare». I suoi obiettivi? «Sono gli stessi che si è posta la società e quindi la salvezza. Poi personalmente posso solo ripetere che voglio migliorare. Non voglio mettermi obiettivi a lungo termine, ma preferisco pensare giorno dopo giorno».