2014
Sassuolo, Di Francesco: «Qui mi apprezzano, perché dovrei andarmene?»
Il tecnico del Sassuolo: «Berardi mi ricorda Robben, è pronto per la Juventus»
DI FRANCESCO SALVEZZA SASSUOLO – La salvezza centrata da Eusebio Di Francesco col Sassuolo sa tanto di miracolo visto che ha conquistato nelle ultime undici gare ben diciassette punti. Lo stesso Di Francesco ha spiegato la ricetta per il successo: «La mia fortuna è stata quella di conoscere lo spogliatoio e i ragazzi con i quali lavoro da due anni. Al mio rientro ho spronato i ragazzi a crederci, ho detto “seguitemi e ci salveremo”. A metà marzo credevo molto nella salvezza, altrimenti sarei rimasto a casa, non mi piace la gente negativa che molla. Ho messo qualche paletto, la società mi ha richiamato e ho iniziato di nuovo».
COMPLIMENTI – Di Francesco ha aggiunto: «Il girone d’andata non era stato male, abbiamo vinto 4-3 col Milan ed eravamo salvi, poi sono stato esonerato quando eravamo a -1 dalla quart’ultima. Io ho dato il mio contirbuto per la salvezza ma i ragazzi sono stati bravi a seguirmi. La vittoria di Firenze è stata importantissima, la ricorderò per sempre così come il successo sul Milan. Mi hanno fatto piacere anche i complimenti di Prandelli, che mi aveva chiamato al termine del girone di andata».
BERARDI – Poi ha parlato di Berardi e del resto del gruppo: «Berardi è un gran giocatore, ha caratteristiche tecniche importanti. Se andasse in Brasile sarei felice ma davanti l’Italia ha giocatori importanti, lui potrebbe essere uno sfizio. Mi ricorda Robben anche se ha più tiro, mentre l’olandese ha più forza nelle gambe. Vorrei che restasse per farlo crescere ma è già pronto per una grande come la Juventus. Difetti del gruppo? L’incostanza nel rendimento e l’incapacità di gestire i risultati. Mentre il pregio è stato aver provato a giocare a vincere sempre giocando a pallone».
ZEMAN – Infine qualche ultima battuta nell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport: «Con Zeman mi sono divertito da giocatore, ho sudato molto ma mi ha entusiasmato anche se reputo fondamentale la fase difensiva. Migliori tecnici in Serie A? Conte per mentalità e concretezza, Montella per il gioco. Noi possiamo seguire il modello Udinese a patto che ci sia programmazione, per sognare bisogna investire. La società vuole certezze ma anch’io le chiedo. Sento di essere apprezzato da tutte le persone che lavorano qui, compreso Squinzi, perché dovrei andarmene allora?».