Sassuolo, Magnanelli: «Amo questa squadra, sul mercato...» - Calcio News 24
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2014

Sassuolo, Magnanelli: «Amo questa squadra, sul mercato…»

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SASSUOLO MAGNANELLI – Francesco Magnanelli è sicuramente l’anima del Sassuolo, che dalla vecchia Serie C2 è approdata in Serie A. Il capitano della formazione neroverde, intervistato per l’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, ha fatto capire quanto sia fortemente legato alla compagine emiliana, con la quale ha raggiunto traguardi importanti, e Magnanelli assieme al resto del gruppo del Sassuolo vorrebbe raggiungere un altro traguardo, ovvero la permanenza in Serie A.

IL MIO CUORE È QUI – «C’è un motivo molto semplice per cui mi sono così attaccato – ha esordito Magnanelli – : Sassuolo è il Sassuolo. Non ha eguali. Qualità di vita alta, belle persone, il centro di ricerca Mapei che è una garanzia; in 8 anni siamo venuti su dalla C2 alla A. Portare la fascia di capitano di questa squadra è un orgoglio incredibile. Giocarci ogni domenica significa andare sempre oltre, fare qualco­ sa in più, correre su ogni pallone. Fare il capitano non vuol dire mettersi su un piedistallo, significa semplicemente dare l’esempio».

SERVE GENTE NUOVA – Magnanelli ha parlato anche del suo rapporto con il patron Squinzi e del mercato in casa Sassuolo: «E’ impossibile dimenticare quella breve, ma intensissima, telefonata, dopo la promozione in A. Era il suo settantesimo compleanno. Mi ha dato un’emozione incredibile e tanta adrenalina. Da allora la crescita è stata costante, mia e del club. Anche se lo spirito con cui si va in campo deve essere sempre quello della C2. Finora l’errore è stato quello: in certe gare è mancato lo spirito di sacrificio. Se servono rinforzi? In tutta onestà devo ammettere di sì. Ma chi verrà qui a gennaio deve mettersi in testa concetti chiari: qui non si viene a timbrare il cartellino, perché il Sassuolo non è un’azienda, ma una famiglia. Quindi, con diritti e doveri. Devi calarti subito nell’ambiente che dà tanto. Solo così e con gente così potremo  raggiungere il traguardo della salvezza. Poi c’è il lavoro di Di Francesco, umano, attento e scrupoloso».